All'indomani della tragedia del Giglio

Adagiata tra due scogli, fa mostra di sé uno dei tanti giganti del mare della flotta Costa Crociere, la nave Concordia. A fatica si riesce a capirne le reali proporzioni, fino a quando non la si rapporta alla grandezza delle pilotine che la circumnavigano. È immensa quanto la tragedia che si è verificata la sera del 13 Gennaio, trasformando in un incubo quello che, per tutti i passeggeri, doveva essere una vacanza spensierata e rilassante. Sembra impossibile poter contare tutte quelle vittime, considerando le modalità dell'accaduto e la vicinanza alla costa toscana, ma la realtà tacita ogni parola e mostra lacrime che non avremmo mai voluto vedere.Un paese galleggiante che ha ancora in pancia cadaveri e purtroppo anche tutto il carburante che minaccia l'ambiente marino e la costa, meta famosa per il turismo e per la limpidezza delle sue acque. A complicare le operazioni di recupero del relitto e lo svuotamento dei serbatoi, ci si mettono anche le condizioni avverse del mare, esacerbando gli animi di chi ancora aspetta il ritorno in superficie di un corpo, per dargli una degna sepoltura. Tante le notizie che si sono susseguite in modo febbrile da giorni ad oggi, ma la verità pare difficile da accettare, escludendo a priori ogni tipo di guasto o malfunzionamento a bordo, prevale ormai la certezza di una manovra azzardata e mal riuscita per futili motivi, con relativi ritardi per la totale evacuazione della nave, compromettendone significativamente la perfetta riuscita. Rimane negli occhi del mondo una nave provvidenzialmente adagiata tra gli scogli che chiede adeguati interventi per tornare nei cantieri che, come l'hanno creata, sapranno di certo cosa fare di lei, senza contare poi che, per una volta, sarebbe il caso di mostrare perizia e abilità nel rimuoverla celermente come sembra ci stia chiedendo rimanendo lì