Scritto da © matris - Lun, 07/05/2012 - 09:41
Somaro disse il lupo all'agnello, dimostrandosi colto lo addentò, con bon ton. Vi è mai capitato di avventurarvi tra artificiosi paletti e serbare ancora il rancore per la sconfitta? Il morso del mulo è di gran lunga peggiore dichiarò il lupo, dei denti d'un erbivoro il raglio che si emette è un lugubre e disciolto paravento di paura, il mulo corse il suo rischio e puntò dritto verso il belato dell'agnello camuffandosi a sua volta da lupo, soffriva di carie ai denti, e per inciso disse, ti lascerò solo un leggero morso.
L'agnello stanco di queste prove s'indusse ad armarsi e raccattò qualche amico a fargli da spalla, le aggressioni si ripeterono più e più volte, poi.. un giorno dedicato alla festa del signore, l'agnello si immolò e così disse di fare agli altri agnelli che lo aiutavano, era stanco di continue sopraffazioni.
Era di pasqua il delicato sapore dell'agnello cotto si espanse fino alle tende degli uomini che si amavano tra di loro, s'accorsero subito che l'agnello si era autoimmolato proprio nel giorno dedicato al signore e dedicarono questo gesto come un irreprensibile atto di fede. Ad oltranza poi l'osservarono anche per le altre greggi, per questo con l'andar del tempo quelle tribù si armarono e del lupo presero l'aggressività, del somaro il genio, e dell'agnello la carne cotta.
A pasqua non più un piatto di lenticchie, non più un pane azimo, non più quelle erbe raccolte lungo ai greti dei fiumi, ma carne cotta, così l'importante è che si mangi il più indifeso il più buono, il più puro degli amici dell'uomo.