Scritto da © Mariagrazia Tum... - Mer, 07/12/2011 - 10:10
Lavoro a scuola; tra gli altri, c'è un collega, si badi ben, insegnante di religione con i Sacri voti, che si rallegra quando può pubblicamente esibire la sua ferocia verso i ragazzini cui insegna la sua materia (sic!); di recente, di fronte alla mia stupita reazione rispetto a certe facce terrorizzate di studenti solitamente diligenti, sentenzia che lui ama terrorizzarli, i ragazzi, anzi no, massacrarli, è proprio questo il termine che ha usato, e che solo così si può ottenere da loro il rispetto dovuto; replico che deve avere un dio molto indulgente se accetta di serbar tra i suoi discepoli chi si genuflette a lui con pompa le domeniche comandate e della condotta degli altri giorni par non porrre mente, e che magari un tantino di coerenza non gausterebbe.
Coerentemente, da quel giorno, mi ha tolto il saluto e suole incedere con quel far sicuro che invita lo schiaffo ad arrampicarsi dritto sul suo faccione da opulenza sfacciata, sempre dal lato opposto rispetto a quello dove scorge la mia esile figura correr dritta, il crapone basso, verso le aule del mio piccolo orgoglio quotidiano.
E così sia.
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