Scritto da © Franca Figliolini - Gio, 08/03/2012 - 23:16
Tre poesie di Elio Pagliarani, per ricordare questo autore scomparso oggi.
Ripensavo la gioia, il tuo alimento,
ti guardavo i capelli, il viso chiuso
e intento sul giornale dove ho finto
anch’io di leggere, rimanendo escluso
a te seduto accanto sul tuo filobus.
Ho le prove – potrei gridarlo ai giudici –
che non mi hai visto porterò le prove
fino che campo, che la capacità del mio pensiero
nemmeno con la forza dello sguardo
di un estraneo passeggero sopra il filobus
sa arrivare a sfiorarti.
che non mi hai visto porterò le prove
fino che campo, che la capacità del mio pensiero
nemmeno con la forza dello sguardo
di un estraneo passeggero sopra il filobus
sa arrivare a sfiorarti.
*
Sarà ora di chiudere, amore,
che smetta di fare la guardia al cemento
tra piazza Tricolore e via Bellini
di coprirmi la faccia col giornale
quando ferma la E, di attraversare
obliquo la tua strada, di patire
anche a passarci in treno
in fondo a viale Argonne
vicino alla tua casa.
che smetta di fare la guardia al cemento
tra piazza Tricolore e via Bellini
di coprirmi la faccia col giornale
quando ferma la E, di attraversare
obliquo la tua strada, di patire
anche a passarci in treno
in fondo a viale Argonne
vicino alla tua casa.
*
Il verso “quanto di morte noi circonda”
apriva, e nella chiusa, isolato, bene in vista
“tu sola della morte antagonista”.
apriva, e nella chiusa, isolato, bene in vista
“tu sola della morte antagonista”.
Ma già prima del termine di giugno
la mia palinodia divenne sorte:
nessun antagonista alla mia morte.
E sono vivo senza rimedio
Sono ancora vivo.
Sono ancora vivo.
@elio pagliarani – tutte le poesie – garzanti (gli elefanti)
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