Scritto da © Ezio Falcomer - Ven, 09/12/2016 - 05:49
<< Tutti questi "bonnô" [i desideri, l’attrazione, l’odio, il rifiuto, l’ignoranza, l’incomprensione di se stessi.] fondamentalmente sono vacuità, cioè vanno e vengono. Attraverso lo zazen facciamo l’esperienza di uno stato di libertà, di distacco riguardo a questi "bonnô". Anche se questa presa di coscienza dura solo il tempo dello zazen, è una esperienza decisiva che ci mostra come tutti gli attaccamenti e i fenomeni mentali che affiorano tornino rapidamente alla vacuità, al non-pensiero. Capiamo allora che tutto il teatro mentale che va in scena nella vita quotidiana in effetti non ha più consistenza di un sogno, di una fantasmagoria. Tali fenomeni esistono, ma non hanno alcuna sostanza. Questo ci porta progressivamente a un distacco e a una sdrammatizzazione della nostra vita. >>
(Roland Yuno Rech, "Monaco zen in Occidente")
(da http://www.magnanelli.it/E…/PIN_RechMonacoZenInOccidente.htm, 22-08-2016, h 21:05)