Scritto da © Antonella Iuril... - Mar, 03/01/2012 - 10:11
La nostra costa è dura, il nostro faro di voce anziché luce, non attira, spaventa, e nessun marinaio perduto nella notte toccherà le spiagge nostre dove ancora fanno male le orme di quel naufrago che sapeva del nostro deserto.
La notte, ogni notte, ci promette e ci nega la strada del ritorno, il torna viaggio, l’amore che ci salvi da noi stessi e la parola che sia detta per sempre.
Ci sono in noi alberi senza nome stanchi di far ombra e crescere da soli.
Coloro che non partono ma soffrono di sete di scogliera, amano i porti, salpano nel sonno, cercano un’altra sete per appagare la prima, ci osservano, ci vedono come navi, felici.
Ci prendono per navi e siamo isole.
Intricate, deserte, che tesori possiamo offrire a quelli che non giungono?
Intricate, deserte, che tesori possiamo offrire a quelli che non giungono?
La nostra costa è dura, il nostro faro di voce anziché luce, non attira, spaventa, e nessun marinaio perduto nella notte toccherà le spiagge nostre dove ancora fanno male le orme di quel naufrago che sapeva del nostro deserto.
La notte, ogni notte, ci promette e ci nega la strada del ritorno, il torna viaggio, l’amore che ci salvi da noi stessi e la parola che sia detta per sempre.
Ci sono in noi alberi senza nome stanchi di far ombra e crescere da soli.
Coloro che non partono ma soffrono di sete di scogliera, amano i porti, salpano nel sonno, cercano un’altra sete per appagare la prima, ci osservano, ci vedono come navi, felici.
Siamo isole.
Juan Vicente Piqueras
opera A.Iurilli Duhamel
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