Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 06/03/2011 - 09:07
Quindici. Sono giorni che ho in mente questo numero. Ma non in cifre, proprio così, in lettere: q u i n d i c i.
Forse dovrei giocarmelo a lotto o in qualche riffa. Ma non saprei dove, né come: si può giocare un numero solo, oppure ne servono almeno due? Una coppia, ma come sceglierla? E poi, no, l'ho detto: non è un numero, o meglio, non lo penso nella sua numericità, ma come suono, come parola. Sempre segno è, ma un altro segno.
Una vibrazione giocata su quelle tre i.
Ma quantunque mi sforzi di scrivere qualcosa che inizi con quel q u i n d i c i, l'unica cosa che mi viene in mente, dopo un po' di inutili tentativi, è: quindici uomini, sulla cassa del morto!
Così scoppio a ridere, e non ne faccio nulla.
Forse a questo serve, quel q u i n d i c i: a farmi ridere.
Forse dovrei giocarmelo a lotto o in qualche riffa. Ma non saprei dove, né come: si può giocare un numero solo, oppure ne servono almeno due? Una coppia, ma come sceglierla? E poi, no, l'ho detto: non è un numero, o meglio, non lo penso nella sua numericità, ma come suono, come parola. Sempre segno è, ma un altro segno.
Una vibrazione giocata su quelle tre i.
Ma quantunque mi sforzi di scrivere qualcosa che inizi con quel q u i n d i c i, l'unica cosa che mi viene in mente, dopo un po' di inutili tentativi, è: quindici uomini, sulla cassa del morto!
Così scoppio a ridere, e non ne faccio nulla.
Forse a questo serve, quel q u i n d i c i: a farmi ridere.