Scritto da © Manuela Verbasi - Gio, 14/04/2011 - 18:06
Vi siete mai chiesti come mai ci sono tantissimi che pubblicano e sbandierano d'essere poeti e scrittori, ma leggendoli, pensate che non sono capaci proprio?
E' che ci sono molte case editrici, nate sul desiderio dei poeti e degli scrittori di essere valorizzati attraverso la pubblicazione delle loro opere, che cercano i clienti, utilizzando i siti di scrittura e i social network.
Poeti e scrittori, uomini e donne che potenzialmente possono investire su se stessi una cifra nemmeno esagerata ce ne sono molti. Alcuni, di essere "maestri di poesia" a suon di ripeterglielo, ci credono anche, suggestionati dai commenti positivi a prescindere dal reale valore degli scritti, e questi sono i potenziali clienti, facilmente contattati ed elogiati dall'editore per farli aderire alla pubblicazione a pagamento (ovviamente).
La cifra varia dagli 800 ai 1500 euro, e solitamente viene giustificata come contributo alle spese che la casa editrice dovrà affrontare. Alcuni associano a qualche caso umano e alla beneficienza, lo scopo editoriale, che però è sempre commerciale, per invogliare i clientipoetiscrittori nella divulgazione e nella diffusione della casa editrice affinché altri possano aderirvi (una sorta di catena di Sant'Antonio, magari per ottenere uno sconto alla seconda pubblicazione), dando loro dei "mandati", delle "cariche di rappresentanza" (che valgono niente ma si sommano alla dose di autostima del poveretto che ci crede e si dà da fare per non deludere il mandatario che sarà il solo a guadagnarci).
Vi risparmio l'analisi per non annoiarvi, vi basti sapere che nessuno comprerà i libri, se non altri della stessa casa editrice (per una sorta di commercio equo e solidale: ti vendiamo 30 libri ma tu ne devi acquistare almeno 30 di altri autori) e che il tutto si dissolverà in qualche reading poetico dove verranno i vostri parenti (ai quali regalerete il libro) ed altri che, poeti e scrittori come voi, stanno per pubblicare e sono invitati dall'editore, a presenziare (do ut des). Comunque vada, non recupererete le spese, che peraltro l'editore non ha mai detto avreste recuperato: lui promette la diffusione, non può garantire la vendita specie se di autori sconosciuti.
Vi troverete con molte copie a casa da regalare per i prossimi 10 anni, e una bella cifra spesa per sentirvi poeti e scrittori nei 3 reading e poi mai più, tornando sconosciuti e alleggeriti. Se non siete poeti o scrittori, lo rimarrete pur se avrete pubblicato e quando ve ne renderete conto, non cadete in depressione per favore. Per emergere oltre al talento, serve una botta di fortuna o conoscenze giuste, e non si paga per farsi pubblicare.
State attenti ai bidoni, e a chi vi propone la pubblicazione elogiando le vostre arti indiscusse... siate onesti con voi stessi, siate realisti: non vi dovrebbero chiedere soldi se davvero credessero che la pubblicazione li ripagherà dei soldi investiti.
Se invece volete buttare i soldi per vanagloria e perché ne avete e non sapete che farne, dateli agli editori (con la disoccupazione che impera, molti che nemmeno sanno leggere e scrivere, si sono ingegnati divenendo editori: dategli da lavorare!) e ricordatevi di questo post.
Quanto pensate di guadagnare in un libro di 70 pagine considerando quanto prendono il distributore e l'editore? 2 euro? e per recuperare i vostri 800, quanti dovreste venderne?
Baci
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