Il Kitsch è la negazione assoluta della merda - Milan Kundera | comunicazioni | Ezio Falcomer | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Il Kitsch è la negazione assoluta della merda - Milan Kundera

<< Dietro tutte le fedi europee, religiose e politiche, c’è il primo capitolo della Genesi dal quale risulta che il mondo è stato creato in maniera giusta, che l’essere è buono e che è quindi giusto moltiplicarsi. Chiamiamo questa fede fondamentale “accordo categorico con l’essere”.
Se ancora fino a poco tempo fa nei libri la parola merda era sostituita dai puntini, ciò non avveniva per ragioni morali, a meno che non vogliate sostenere che la merda è immorale. Il disaccordo con la merda è metafisico. Il momento della defecazione è la prova quotidiana dell’inaccettabilità della Creazione. O l’uno o l’altro: o la merda è accettabile (e allora non chiudetevi a chiave in bagno!), oppure il modo in cui siamo stati creati è inaccettabile. Da ciò deriva che l’ideale estetico dello “accordo categorico con l’essere” è un mondo dove la merda è negata e dove tutti si comportano come se non esistesse. Questo ideale estetico si chiama “Kitsch”.
E’ questa una parola tedesca nata alla metà del sentimentale diciannovesimo secolo e poi propagatasi in tutte le lingue. A furia di usarla, però, si è cancellato il suo significato metafisico originario: il Kitsch è la negazione assoluta della merda, in senso tanto letterale quanto figurato: il Kitsch elimina dal proprio campo visivo tutto ciò che nell’esistenza umana è essenzialmente inaccettabile.>>
 
(Milan Kundera "L'insostenibile leggerezza dell'essere", Milano, Adelphi, 1989, pp. 253-54)

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 2 utenti e 4703 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Silvana Trabanelli
  • Bowil