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cos'è scrivere?

cos'è in fondo, scrivere, se non sciogliere le proprie riserve in mute gocce di memoria rapprese, consegnate con indugio ferino alle braccia aperte di un silenzioso scoglio indurito dal tempo, che riarda un istante accogliendo la nostra malinconia, e la nostra incertezza di uomini soli, e la nostra fantasia segreta, che cova di sotto la cenere e zampilla con animo incerto fino a esplodere in un cantuccio caldo della nostra coscienza? cos'è, in fondo, scrivere, se non bruciare all'inferno con i nostri demoni sepolti, che circuiscono caparbi le nostre notti di oscuri presagi, abbandonati sulla carta come corpi morti che puzzano di meno solo prché rimbambiti di mellifluità?
cos'è, in fondo, scrivere, se non il tentativo disperato e vecchio di allontanare lo spettro della morte dall'invadenza della sua ciclica comparsa ad ogni turnazione inventiva dei lustri che ci ciondolano intorno come parassiti vogliosi e testoni?
cos'è, in fondo, scrivere, se non fingere un impazzimento meno atroce di quel che giornate che sgraniamo come rosari ammazzati d'uso le sere delle madonne comandate ci inducono come fiele aggiornato e rinvigorito dalla consapevolezza che non illude?
cos'è, scrivere, se non la folle intuizione (se ben o mal riposta non saprei dire) di sbirciare dal buco della serratura questo io che non comprendiamo più e che ha smesso di guardarci come una volta, innamorato molto ricambiato di una giovinezza che svapora e allontana?
così, in fondo, scrivere, se non la cura di una malattia incurabile, morbo al limite dello spasimo, conseguenza di un cancro mortifero che ci acchiappa i giorni decidendoci di ridere ogni istante di meno, o ogni istante di più ma con l'intensità e la ragione contraria a quel che il riso è costituzionalmente votato, vomitando soporosi ragionamenti privi di capo e coda, buoni solo a riempire il tempo e bruciare sistemi antiquati e superati?
cosa sia, in fondo, scrivere, non saprei dire, e se in aggiunta a tutto questo diperato e inconcludente tentativo di descriverlo, io mi sia avvicinata a verità, mi sia testimone la notte che giunge a intervalli regolari, se mai mi sia alleata nello sconcerto che sempre avverto quando sospingo, senza tema di conversione, le mie dita lunghe sopra l'impulso inesorabil di tracciare due frasi sconnesse sopra il pc eroso dal tempo, o se anch'essa non veda l'ora di involarsene quieta e indisturbata verso un destino che m sfugge sempre più e abbandonarmi al mio, ancor più incerto e inaccessabile di tutti i destini del mondo.

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