Recensioni
Un oltre in sé, quella “Casa in mare aperto” di F.Serino
L’epigrafe di apertura, ripresa dalla dedica di Raffaele Crovi , a Flavio e
Teresio, pare individuare con precisione quale sia la scialuppa di salvataggio
per praticare quel mare aperto e arrivare a casa.
La poesia allena l’ “analfabeta”/ancora vergine di conoscenza / a
“disincagliarsi dalla vita” /e a viaggiare dentro il mistero/(che è la somma
delle verità).
Ma si tratta di trasparenze lacere, così le chiama Felice Serino, queste
visioni , o voci, che arrivano da quel mare di cui dice e non ha nome, se non
umanità, storia, e sembrano voci lacerate dalle perdite. I testi evocano, in
questa silloge breve, altre parole, messe nell’acqua del linguaggio da altri ,
sin dal titolo del libro, che riprende una frase di Piernico Fè, come cita nella
prefazione Marco Nuzzo: -creando una sorta di sprazzo sui diversi moti del
mondo, ornato dalle molte sfaccettature e che ne compongono, malgrado tutto,
una visione d’insieme talvolta succube delle vicissitudini carnali, umane. -
E dovunque nel libro si sentono questi echi da terre senza nome, dispersi nei
moti dei venti e tra le orme liquide dei naviganti, che hanno messo in mare i
loro legni, le loro sementi, portando anche all’autore ulteriori germinazioni.
Ciò che mira l’occhio di Serino non è direttamente il viaggio, ma il
viaggiatore, poiché, come dice Pessoa, è lui il cammino. E qui , proprio
riportando al suo piede e al suo occhio, al suo orecchio interiore, le voci
degli altri, facendone terra del suo essere, Serino moltiplica questo andare in
sé, lui terra e osservatorio di quel territorio senza fine, ma anche angusto,
per la grevità dei gesti che si ripetono, e sono gesti umani, stratificazioni
del pianeta e della memoria, miseria e guerra e preghiere come pietre che
sembrano infossarsi più che elevarsi se non partono dalle più oscure profondità
di ciascuno. In quelle stesse profondità, oscure, spesso minacciose, esiste un
altrove, a cui abbiamo accesso, in cui esiste un rifugio durante la navigazione
ed è quello che è casa aperta nel cuore del mare. Serve viaggiare, serve andarci
e la poesia aiuta a fare vela fino a quel continente che, alla fine, dopo una
vita intera di rotte praticate , si scopre essere un oltre in sé.
E TU A DIRMI
lanciarmi anima-e-corpo
contro fastelli di luce
specchiarmi
nella sua follia
e tu a dirmi: Lui
-l’irrivelato-
nasconde il suo azzurro – è
lamento amoroso
*
IL LATO OSCURO
e se fossi stato
dell’altro sesso in una
vita precedente
e ne avessi perso
memoria?
(ipotesi remota dici – di certo
campata in aria)-
junghiane profondità
tralasciando
scoprire come in un test
il lato oscuro del Sé
totale la parte
inconfessata (semplicemente
naturale) – la tua percentuale -
*
A RITROSO
(hikikomori)
un vivere a ritroso
le spalle all’oriente
dove
cresce la luce
vuoto delle braccia
vite
separate
tra l’ombra e l’anima
hikikomori: in Giappone sono oltre un milione. E’ il fenomeno di ragazzi che
vivono di “rapporti” virtuali chiusi nella loro stanza
fuori dal mondo
*
L’ INDICIBILE PARTE DI CIELO
indicibile la parte di cielo
ch’è in te e ignori – dice steiner
l’uomo in sé cela un altro
uomo: testimone che ti osserva e
sperimenti ogni ora:
basta che solo
un verso o poche note ti richiamino
a una strana forza interiore:
e cessi
di sentirti mortale