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Wu Ming - 54

Wu Ming (per esteso: Wu Ming Foundation) è un collettivo di scrittori provenienti dalla sezione bolognese[1] del Luther Blissett Project (1994-1999), divenuto celebre con il romanzo Q.

A differenza dello pseudonimo aperto "Luther Blissett", "Wu Ming" indica un preciso nucleo di persone, attivo e presente sulle scene culturali dal gennaio del 2000. Il gruppo è autore di numerosi romanzi, tradotti e pubblicati in molti paesi, ritenuti parte del corpus (o "nebulosa") del New Italian Epic.

  • Roberto Bui (Wu Ming 1)

  • Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2)

  • Luca Di Meo (Wu Ming 3)

  • Federico Guglielmi (Wu Ming 4)

  • Riccardo Pedrini (Wu Ming 5).

Il 16 settembre 2008 il gruppo ha annunciato l'uscita di Luca di Meo dal collettivo, avvenuta nella primavera precedente[3].

 

 

54… Ancora caldo accanto a me.

Voglio parlarvene mentre mi turbinano in testa le ultime parole lette e nei miei pensieri non c’è spazio per il senno di poi, per il ripensamento su una frase che forse voleva dire qualcos’altro o solamente per la “paura” di parlare eventualmente male di un libro scritto da dei mostri della letteratura italiana.

54… Assolutamente da leggere! Sia per chi come me è all’oscuro dei fatti storici di quell’anno (diciamocela tutta, in una vita scolastica generale senza approfondimenti universitari, in storia, quando capita di andare oltre la seconda guerra mondiale?) che per chi vuole un libro che parla di Hollywood, con le sue star e i suoi gossip, un libro che parla dei servizi segreti che non sempre ammazzano e nascondono, un libro che parla di Tito, un libro che racconta della Bologna pre e post TV, un libro che parla della mafia, ma non la mafia dei capi, la mafia delle figure secondarie che hanno comunque una vita e delle aspettative, un libro che… basta così. Tante piccole storie che si danno il cambio tra le pagine e ogni volta, al nuovo turno, pare abbiano coscienza di dover spiccare sulla trama che le ha precedute, ma si equivalgono, fino alla fine dove tutto ha un esito, incerto, come la vita. 
Ritroviamo quindi Robespierre, provetto ballerino, che dalla sua troppo tranquilla vita di città andrà ad affrontare le avventure della troppo movimentata vita nel mondo.
Steve  “Cemento” Zollo (cercate di indovinare perché di questo soprannome), tagliagole di Salvatore Lucania in arte Lucky Luciano che vuole “mettersi in proprio”.
“Bottone” che se solo gliene dessero uno vero di bottone, saprebbe lui su chi scaricare un po’ di bombette atomiche.
Salvatore Pagano, scugnizzo napoletano che si ritroverà a recitare in un film con Cary Grant diretto da Winston Chuchill.
Tutti personaggi questi, macchietta più macchietta meno, che contribuiscono a rendere il romanzo vero.
Pare di vederlo, un lettore di “54” che entrando in un bar di Bologna si guarda in giro alla ricerca del “Gaggia”, del “Walterùn” (che non sta per Walter grosso ma più in una accezione milanese), “Bottone”, etc…
Quindi, consigliatissimo, strappa risate, stupori e qualche lacrimuccia.
 

 

Diego Rocco

 

 
 

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