Scritto da © Bruno Amore - Mar, 09/11/2010 - 10:03
C'è il suono di strumento stonato
nello stormire delle foglie
appese ai rami frustati dal vento teso.
in quel sibilare ondeggiante delle canne
come uno strusciare
dei pennelli del batterista
sulla pelle d'asino del tamburo.
ma, è il Maestrale, a raggiungere l'acme
quando strappa lamenti agli spigoli
gridi alle fessure, soffi vacui ai pertugi
e di volta in volta diventano percezioni
inquietanti di somiglianze animalesche
nenie lugubri di riti arcaici, tribali
eppure assonanze del tutto naturali.
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