Scritto da © MG - Gio, 02/09/2021 - 14:12
Sei una goccia di luce
caduta dal cuore dell’universo
con intensi bagliori di stelle,
non cometa che sa d’assenza
ma indelebile presenza,
terra di papaveri e baci.
Acqua rosea che scivola
nel letto d’un fiume in una prateria
con una diga a monte
che non ha franto il lago grigiastro
di ricordi d’uccelli feriti-
ora sei un frutto fra le mie mani.
Brillano astri caldi,
la loro luce cola
sulle tegole del tetto della dimora.
Allora mi sento folle,
ho sete di te,
prima rondine a primavera.
Esisti e t’amo
incidendo nel rame il tuo nome
a lettere di fuoco,
mi restituisci la ghirlanda.
Con la spada d’ossidiana
m’intrufolo in un gomitolo di lenzuola.
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