Tu che ovunque corri pur di correre ovunque da stella
il pensiero monti in terrore quando non ti vedo.
E sudore
che ti odoro profondamente, mentre odio ogni altro odore,
gli disse. Lui non c’era. Ma i giovani, gli disse,
sono questa inarrestabile consorteria di avventatezze
come vette rivolte allo spazio per occuparlo
di passaggio. Un po’ comete, un po’ tormentoni.
Diceva talune cose perché gli pareva
che in qualche momento aveva sentito
di poterle fare pur avendole soltanto raccontate.
Non lasciarmi la mano, adesso - gli disse, ma lui non c’era.
Gli disse: sorridimi con il latte sui denti che si confondono.
Io, invece, tremo con i miei gialli per la vitalità che ti fa inquieto.
Devi esserci tu qui, quando accadrà. Non andare via.
Di tanto in tanto viene che ti ricordo e parlo di te.
Racconto di come i tuoi ricci si mostrino pietosi
con la rigidità delle nocche. Un arcobaleno, lo vedi?
Un arcobaleno!, come no? Follia della luce
dove si prepara il visto agli occhi delle gocce.
Non dai che attimi, ora; e a me stanno mancando le lancette.
La distanza in ogni memoria che si rispetti
misura il tempo se tira a campare
ma spinge i buoni fuori dalla stalla
dei padri.
- Blog di ferdigiordano
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