Scritto da © Marco valdo - Ven, 30/12/2016 - 14:56
Abbozzo, un abbozzo, lasciato in balia dell'etere, un coglione astratto maniereggia, non trova il blu di Prussia, il rosso pompeiano, il giallo canarino.
“la forza de la natura mi si sprigiona, che sono io, supporto ogni supporto, tela e canovaccio, expressionismo ludico, grido di colore THAT'S ALL FOLKS!”
La fibra della tela è una corda appesa, sapone le ossa, impressionismo naif, illustrazione di libro d'appendice, il buio è contorno di una luce malata; nella cantina ad asciugare i corpi appesi come lonze, perché non sembri vuota.
Esposizione, nessuno rivendica i poveri corpi apolidi, come fossero loro i ladroni, che hanno rubato il futuro, colpevoli di speranza e di volontà.
“Click$, click$, click$, povero me, opera vivente, pagato a gettoni, come i cavallini dei supermercati, un tanto a imbizzarrimento, per i bambini cresciuti, stallone castrato che mima il calore, con la verga nastrata al petto, le froge spalancate dalla polvere, HII, HII, HII”
Passa il tempo, come un chiacchiericcio fra il te bollente e il primo sorso, sminchiati da parole intelligenti, feriti a morte dalla noia, di una rivoluzione virtuale, che scava la montagna col cucchiaino di TOPOLINO©, come si fa nelle inaugurazioni dei lavori, con le mani bianche, inutili alle braccia, coi sorrisi del Postal Market.
Moriranno le poche idee, resteranno solamente alcuni anziani adolescenti, sdraiati nelle spiagge sudamericane a raccontarsi quando fecero cagare la propria nazione, dicendo di paura.
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