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Vanitosella

Ella amava circondarsi di specchi e pretendeva che al suo passare perfino i fiori si inchinassero per porgerle i saluti. Tutto doveva risplendere. Voleva stelle costantemente luminose, un sole sempre più caldo e un terreno perennemente fertile. Ci fu in quel periodo una strage di ortensie, gerani, margherite. Quanti fiori, nell'atto di chinarsi, spezzarono il loro fragile gambo, fino a morire. Tristi lacrime, calde e solitarie, scendevano lungo lo stelo, formando orribili solchi sul terreno. Il sole, logorato dal troppo lavoro, andava lentamente spegnendosi. La luna, coi suoi crateri emanava gelo. Le stelle, non potendo rimanere accese a comando, furono ingoiate da orribili buchi neri dall'aspetto orribile. Tutto si stava tristemente spegnendo. Lo specchio decise di intervenire e pose un ultimatum a Vanitosella.- "Stelle, luna, sole, fiori e animali sono stanchi,"- disse, - "non vogliono più servirti!" - "Dovrai farne a meno. Io solo, continuerò ad essere il tuo umile servo; ma mi avrai ad una sola condizione: dovrai bearti solo della mia sola luce." - "Potrai specchiarti quanto e quando vorrai, ma dovrai accontentarti di avere solo me al tuo servizio." - "Non ha importanza" -, rispose Vanitosella. - "Posso tranquillamente fare a meno di fiori, luna e stelle!" - Continuò così a mirarsi e rimirarsi, ma non essendoci sufficiente luce, ella non poteva guardarsi bene allo specchio. Senza sole nessuno poteva ammirare la sua bellezza. Era rimasta sola. Niente luna, sole, stelle e fiori. Perfino gli animali andarono via, alla ricerca di caldi mondi illuminati.
- "Cosa faccio? Dimmi specchio."- La risposta non tardò ad arrivare.
- "Se vuoi, posso fare ancora qualcosa per te" - rispose il fedele amico. - "Tu dovrai promettermi, però, di fare una cosa per me..." - Mentre le parlava, le porgeva un otre. - "Potrai continuare a bearti ancora a lungo della tua immagine, ma ogni giorno dovrai versare in questo sacco vuoto solo cose utili." - Nel porgerle l'otre, lo specchio aggiunse: "Ricorda che, ogni cosa che inserirai in questa sacca di pelle, ti compariranno una ruga ed un capello bianco. Devi solo scegliere."
-"Accetto!" rispose Vanitosella. Ogni giorno la ragazza, dispiaciuta per essere rimasta sola al mondo, cominciò ad immettere nel sacchetto solo lacrime. Per ogni lacrima versata, le comparivano un capello bianco e una ruga. Si guardava allo specchio e ogni giorno invecchiava di un anno. Si specchiava giusto per tolettarsi, ma le era passata quella spasmodica voglia di rimirarsi a lungo. Poi un giorno l'otre, stracolmo di lacrime, cominciò a lamentarsi. Era troppo pieno. Doveva essere subito svuotato! Vanitosella ricorse nuovamente allo specchio per consigli - "Vai sul monte Paradiso" - le consigliò egli. -"Sali sulla cima più alta e getta giù, lungo i fianchi delle montagne, tutte le lacrime versate." Vanitosella ascoltò il consiglio. All'improvviso le lacrime, rasentando il suolo, cominciarono a trasformarsi in fiori profumati. Il sole, la luna e le stelle si riaccesero. Le stagioni, liberate finalmente dalla prigionia e dal torpore, potendo esprimersi al meglio, corsero ai posti che madre natura aveva loro affidato sin dalla nascita. Il sole tornò ad illuminare il giorno, la luna seguitò a guidare le navi durante la notte, le stelle continuarono ad ispirare innamorati ed artisti e gli animali poterono ritornare a vivere nella loro terra, rinata e orgogliosamente rigogliosa e fertile.I fiori non si inchinavano mai, ma si limitavano solo a rilasciare profumi e odori e si occuparono di abbellire l'ambiente. E Vanitosella? Tornando ogni cosa al proprio posto, non pianse più e così le sparirono rughe e capelli grigi. Si specchiava spesso nei laghi e nei fiumi, ma solo quando era la sua stagione. Dopo il grigiore dell'inverno appariva e si apprestava a fare ciò che le riusciva meglio. “Se metteva a fa' 'a primmavera...”
 

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