Meritato riposo | Prosa e racconti | Bruno Magnolfi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Meritato riposo

            
            Quello che maggiormente mi frega è la stanchezza. E certe volte un poco di pigrizia. Rientro a casa e mi siedo, e se devo tornare di nuovo ad uscire subito sbuffo. Mi telefona un amico mentre sto sorseggiando con calma una bella birra di fronte alla televisione, e così gli rispondo riluttante che va bene, che ci vediamo più tardi nel solito locale, anche se non ne avrei nessuna voglia, e mentre riaggancio provo piuttosto una grande necessità di riposarmi, forse anche di sdraiarmi e di dormicchiare per almeno una mezz’ora sul mio divano. Non mi interessa proprio niente di quanto in pratica viene dibattuto tutti i giorni, costantemente, fino quasi alla nausea. Non ho voglia di scegliere, o di decidere qualcosa che so già per certo mi porterà a dover riflettere, combattere, pensare, difendermi, come se dentro di me avessi deciso di fare il soldato di ventura, pronto ad affrontare chissà quali nemici in agguato dietro un angolo.
            Vado a lavorare tutti i santi giorni, e già mi sembra un grosso impegno, un carico di attività di per sé più che notevole; non capisco proprio perché dovrei accettare di mostrarmi disponibile anche oltre quell’orario e per tutto il resto del tempo durante il quale invece ho bisogno solamente di riposo. Scendo le scale per comprarmi delle sigarette, e così scambio due chiacchiere col tabaccaio che è una persona ammodo, simpatica, gentile e tollerante, insomma un amico. Gli chiedo come diamine faccia a stare dietro a quel banco tutta la giornata, e lui sorride, mi guarda senza impegno, poi serve una signora appena entrata dentro al suo negozio.
Mi sento fiacco, privo di risorse, e la cosa che più mi fa irritare in tutto questo è che sono costretto ad ascoltare durante certe interviste a qualche politico fatte alla televisione, l’istigazione continua alla lotta, al darsi da fare, a questo ribellarsi sempre e comunque per ottenere dei risultati e delle migliorie di qualche genere. I soldi che ho in tasca sono pochi, ma non posso certo accettare ogni giorno di sentirmi in prima linea, continuare ad affrontare quegli aspetti della realtà di cui non mi interessa praticamente niente; e poi tutto questo impegno soltanto per dover comprendere con quale parte decidere a schierarmi. Sono tutti uguali, penso ogni volta: perseguono un'idea soltanto per il loro tornaconto, e di tutti noi che dovremmo credere a quelle loro parole sono sicuro non interessa proprio niente.
Esco, raggiungo il mio amico nel solito locale, ci salutiamo, ci si siede per prenderci con calma una bella birra gelata. Gli dico del mio affanno, di questa svogliatezza che mi porto dietro, e lui dice che è normale, perché mai dovrei preoccuparmi di qualcosa che non sia una bella birra, la partita in televisione, quattro scherzi con gli amici. Lo guardo, mi pare buffo detto da lui che sembra quasi un intellettuale:  gli dico che forse dipende tutto da questa stanchezza che trascino sempre da una settimana all'altra. Ma lui sostiene che tutto quanto va lasciato fare a chi ne ha voglia: per noi è sufficiente starcene in pace, e riposarci tutte le volte che vogliamo. Stiamo ancora un po’ qua dentro, poi ci salutiamo ed io rientro da solo a casa mia.
Non so, non mi sento del tutto convinto; credo comunque che mi guarderò un bel film in tv stasera, senza pensare proprio a niente; e se poi mi addormenterò prima della fine, vorrà dire che avevo soltanto bisogno di riposo.
Bruno Magnolfi

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