Scritto da © giuseppe pittà - Sab, 26/10/2013 - 16:50
ci sono sogni pericolosi
nelle corse verso i tuoi occhi
scatti di pace mischiati a
desideri da comprendere
riposizionarli ogni volta
nei tentativi di elevarci alle
nuvole
eppure ci addobbiamo delle stesse
bacche
dipingendoci del loro colore di magia
quel rosso così innamorato del blu
da fondersi di genialità nei
giorni e nelle notti del nostro delirio
amarti è sempre meraviglioso
come meraviglioso è
sentirmi amato da te
anche nei minuti del terrore e dei
problemi
perché l’amore quello vero è
sempre pieno di dubbi e di corse
a perdifiato verso il volo nel
vuoto
urlando il tuo nome soltanto il
tuo nome
cadendo
volontariamente sfrontato
verso il centro di te soltanto il
centro di te
salvami allora
mio ostile e frastornato amore
catturami nel bosco del tuo
intrico perfetto
nei rami e spine nel
rosa pallido del tuo vortice
amandoti ogni volta un po’ di più
prigioniero felice di
questi sogni tanto pericolosi
eppure così meravigliosi
nel sangue di imperfezione adesso nel
gioco quasi crudele dell’inquisitore
quando giungono i lampi della
salvezza
arrivano diritti come raggi di
speranza
e ti apri ai miei occhi alle
storie da costruire ai
respiri veri da respirare
perché riesco a sciogliermi nei
tuoi pori
diventare parte di fisico nel
gioco dell’unico corpo
pensando ognuno nella
sacralità furibonda dell’altro
intrecciando membra e parole
fino a toccare di fuoco il
centro esatto del sole
volerti
sempre più
volando di irragionevoli ragioni
nell’alto di queste tue
montagne infinite
uguali e diversi in
questi vestiti da lupo
nelle più sane passioni di
riscatto
cibandoci di odori e frutti di rovo
nelle bacche che ti danno odore e
sapore
raccolti nei sentieri che ci
feriscono
ricordandoci la natura della
carne più viva
come di lame lontane
noi
che fummo destinati alla
sofferenza di doverci negare
perfino il
sogno
se non in questi minuti
rubati
dove come ladri perfetti
prendiamo alla consuetudine delle
strade
la libertà di morire insieme
e insieme risorgere
spietatamente puri
provando e riprovando le
folgori di un nuovo sacrificio
lassù nelle gole a strapiombo della
Maiella
dove mordono i fiumi del
ghiaccio
urlando i venti ad accogliere ogni
nostro fremito
mischiando i desideri agli
orgasmi
in un delirio unico
senza più memoria di
principio
perché assolutamente
senza fine
nelle corse verso i tuoi occhi
scatti di pace mischiati a
desideri da comprendere
riposizionarli ogni volta
nei tentativi di elevarci alle
nuvole
eppure ci addobbiamo delle stesse
bacche
dipingendoci del loro colore di magia
quel rosso così innamorato del blu
da fondersi di genialità nei
giorni e nelle notti del nostro delirio
amarti è sempre meraviglioso
come meraviglioso è
sentirmi amato da te
anche nei minuti del terrore e dei
problemi
perché l’amore quello vero è
sempre pieno di dubbi e di corse
a perdifiato verso il volo nel
vuoto
urlando il tuo nome soltanto il
tuo nome
cadendo
volontariamente sfrontato
verso il centro di te soltanto il
centro di te
salvami allora
mio ostile e frastornato amore
catturami nel bosco del tuo
intrico perfetto
nei rami e spine nel
rosa pallido del tuo vortice
amandoti ogni volta un po’ di più
prigioniero felice di
questi sogni tanto pericolosi
eppure così meravigliosi
nel sangue di imperfezione adesso nel
gioco quasi crudele dell’inquisitore
quando giungono i lampi della
salvezza
arrivano diritti come raggi di
speranza
e ti apri ai miei occhi alle
storie da costruire ai
respiri veri da respirare
perché riesco a sciogliermi nei
tuoi pori
diventare parte di fisico nel
gioco dell’unico corpo
pensando ognuno nella
sacralità furibonda dell’altro
intrecciando membra e parole
fino a toccare di fuoco il
centro esatto del sole
volerti
sempre più
volando di irragionevoli ragioni
nell’alto di queste tue
montagne infinite
uguali e diversi in
questi vestiti da lupo
nelle più sane passioni di
riscatto
cibandoci di odori e frutti di rovo
nelle bacche che ti danno odore e
sapore
raccolti nei sentieri che ci
feriscono
ricordandoci la natura della
carne più viva
come di lame lontane
noi
che fummo destinati alla
sofferenza di doverci negare
perfino il
sogno
se non in questi minuti
rubati
dove come ladri perfetti
prendiamo alla consuetudine delle
strade
la libertà di morire insieme
e insieme risorgere
spietatamente puri
provando e riprovando le
folgori di un nuovo sacrificio
lassù nelle gole a strapiombo della
Maiella
dove mordono i fiumi del
ghiaccio
urlando i venti ad accogliere ogni
nostro fremito
mischiando i desideri agli
orgasmi
in un delirio unico
senza più memoria di
principio
perché assolutamente
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