Scritto da © giuseppe pittà - Dom, 06/10/2013 - 17:43
trascinano di
profondità
nei freddi abbracci di
tritoni e sirene
sotto la pelle in
movimento delle acque
nel gioco a gorgo di
sconfitta
questo popolo delle
onde che mette in
salvo solo i sogni
di un vivere o morire con
la stessa identica validità
per l’ottima riuscita del
vento
e la scarsa dignità della
zattera
siamo tutti un
po’ più soli oggi
sotto un cielo di
strisce velenose
a contare gli
istanti dalla fine
o forse dall’inizio di
una nuova ma
più lieve stanchezza
fuggo dalle fruste e dai
pungoli d’acciaio
dagli scoppi improvvisi delle
zolle
dai ricordi dei
miei giochi di piccolo uomo
quando era abile
chi colpiva la palla di
ferro
dopo aver cacciato via con
destrezza l’anello della
sicurezza
muoio volentieri nella
morbida carezza della
corrente
tra i pesci a rincorrermi
felici d’aver evitato
per una volta la
rete
muoio felice di
correre finalmente fuori da
ogni affanno
pregando un
dio che non è solo vostro
uccidendo da solo l’ultima
certezza di domani
qui al centro dell’epilogo del
mio unico destino
nell’unico luogo dove il
cielo si fonde d’orizzonte
forse in altro suolo
migliore d’ogni altro
solo qui
a titolo di
acque quasi internazionali
profondità
nei freddi abbracci di
tritoni e sirene
sotto la pelle in
movimento delle acque
nel gioco a gorgo di
sconfitta
questo popolo delle
onde che mette in
salvo solo i sogni
di un vivere o morire con
la stessa identica validità
per l’ottima riuscita del
vento
e la scarsa dignità della
zattera
siamo tutti un
po’ più soli oggi
sotto un cielo di
strisce velenose
a contare gli
istanti dalla fine
o forse dall’inizio di
una nuova ma
più lieve stanchezza
fuggo dalle fruste e dai
pungoli d’acciaio
dagli scoppi improvvisi delle
zolle
dai ricordi dei
miei giochi di piccolo uomo
quando era abile
chi colpiva la palla di
ferro
dopo aver cacciato via con
destrezza l’anello della
sicurezza
muoio volentieri nella
morbida carezza della
corrente
tra i pesci a rincorrermi
felici d’aver evitato
per una volta la
rete
muoio felice di
correre finalmente fuori da
ogni affanno
pregando un
dio che non è solo vostro
uccidendo da solo l’ultima
certezza di domani
qui al centro dell’epilogo del
mio unico destino
nell’unico luogo dove il
cielo si fonde d’orizzonte
forse in altro suolo
migliore d’ogni altro
solo qui
a titolo di
acque quasi internazionali
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