- Napoli, figlia di due troie - di Saverio Palluotto | [catpath] | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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- Napoli, figlia di due troie - di Saverio Palluotto

E speriamo che non vi siete troppi imbressionati. Certo il titolo è "alto sonante" ed allusivo, ma vi spiego subito "l'alcano". Per chi non mi "conosca", " seppiate" che sono ex bidello del liceo Umberto di Napoli e il prof. Rendola lo onoro della mia amicizia, cioè, scusate, lui mi onora...ci onoriamo...Insomma, siamo due onorevoli. Dunque, il prof.  l'altro giorno, passando per casa mia tutto sudato, io sto di casa sopra na scalinatella longa, longa e strettulella che si perde da lontano e non si capisce bene se sale in cielo o scende a mare.Arrivato al mio appartamento, caccia la capa dentro e mi fa:
-Don Save', il signor Rinaldo Ambrosia che pubblica su Rosso Venexiano, in un suo commento, ha accennato ai greci, padri fondatori...Gli volete parlare un poco voi dei Greci?-
- E come che gli parlo! Gli parlo dei fondatori e dell'intera fonderia.- Ho detto io.
Ed equemi qua.
Mo , venimmencenne a nuie e "seppiate" che la storia di Napoli comincia a Troia do' i Greci "avevani"..."avevani?"...si è plurale..."avevani portati" le guerra perchè il troiano Paride se n'era scappato co Elena, quella troia della moglie di Menelao, carissimo fratello del Re "Aga Mennone"  'Stu Menelao "s'incaponette" per le corna e misa l'assedio a Troia. Beh, forse le cose non andarono proprio così, perchè se uno si mette a fare 10 anni di guerra perchè la moglie lo scornacchia sai che conflitto mondiale ci sarebbe sempre! Ma poi pensate che pure Cesare era cornuto, e pure Carlo Magno e Napoleone...Come? Anche oggi ci sono cornuti? Si ma oggi si chiamano diversamente stalloni. I gay si chiamano diversamente mascoli e i defunti diversamente vivi.
Ma torniamocene a noi, dunque, avete mai sentito parlare di Ulisse? Era un furbacchione che Menelao si era portato dietro con la forza. Ulisse dicette:
- Mò, basta 'o vì! Mò me so proprio rotto! Ci sta quella povera "scorteca" di mia moglie che sta in astinenza da dieci anni - almeno spero - e quel mio povero figlio Telemaco (non è un canale tv n.d.r.)  e io stongo a fa 'o scemo dietro quella zoccola di Elena?-
Andò dal Re Agamennone e disse:
- Ago, me ne vaco!-
- Tu non ti muovi fino a quando quella Troia non cadrà ai miei piedi!- (Non si capiva se parlava della città o della cognata).
- Nonsignore,- disse Ulisse- io me ne vaco. Mi metto a cavallo e...-
Rimase come folgorato.
- Che è successò? - disse Ago.
- Maronnaaaaaa, nun me posso movere!-
- Che de? 'Na mossa 'e viscere?-
_ No, è un'idea...Il cavallo, come  ho fatto a non ci pensà prima? Ago siamo a cavallo!- urlò e se ne andò zompando di qua e di là, mentre Ago non aveva capito un cacchio.
In poco tempo fece costruire un cavallone enorme come "Cozzilla" e vi fece trasire dentro cento uomini. Poi I Greci fecero finta di partire e di lasciare quel simulacro come buon "uspicio" per il viaggio di ritorno.
Quando i troiani videro che i greci se ne erano andati esclamarono:
- Alèèèèè ohoh....i greci andati so."
E fessi, fessi trascinarono il cavallo dentro le mura.
C'era una che leggeva le carte all'199, Cassandra, che "dissa":- Fermi! A me mi puzza!-
- 'A Cassà - disse un troiano. proprio perche te puzza sei rimasta zitella.-
Insomma portarono il cavallo in città.
 
Quando quella Troia (/la città) fu distrutta, quella troia (la moglie di Menelao) se ne tornò col marito.
Mo si diede il caso che parecchi "suprestiti" riuscirono a scappare e approdarono sulle coste patenopee dove fondarono Napoli.
 
 
 
in gentile risposta al sig. Ambrosia

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