Scritto da © Max - Sab, 18/05/2013 - 14:46
La chiamano luna cinese,
lucido piatto di porcellana,
m’interroga del suo lucore
quando la veste s’arrende.
C’era anche lei
ed io non credetti al rosso lacca
dei pettini d’osso,
una tazza fumava pensierosa,
diritta la scriminatura dei capelli
passionale nel silenzio di una stanza.
La chiamano luna cinese,
ideogrammi recita sulla mia pelle.
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