Scritto da © sid liscious - Mar, 02/04/2013 - 09:39
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento come il suo giallo tondo fermento.
Sale lento come il suo ergere colline a stento.
Sale lento come il suo albero da olio che da sgomento.
Sale lento come il suo palmeto steso al vento.
Sale lento.
Sale lento manco mai fosse importante il momento.
Manco l'ore dessero stordimento.
Manco il pescatore fosse lì in attesa dell'assopimento.
Manco l'ombra tagliasse apposta ogni pavimento.
Sale lento.
Sale lento come il suo cielo rosso che la sera mi posta dentro.
Come il suo fico che si nega accuratamente ad ogni ravvicinato incontro.
Come il suo mare che m'attrae stimorato fuori verso il suo centro.
Come il suo fiore da duna che di speranza mi riflette giacimento.
Sale lento.
Sale lento manco non recasse disturbo l'invasore a tempo.
Manco l'assalto non colpisca tutto ed a tradimento.
Sale lento.
Sale lento manco fosse il treno che porta via chi ha bisogno di un aumento.
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento il mio apprezzamento.
Sale lento mentre mi spalmo di umori veraci per dentro.
Mentre vivo i colori del suo antro.
Mentre godo dei sapori che riserva al sacramento e...
e sale lento come lo scampanellio gentile del faro santo che può rimanere spento.
Sale lento.
Sale lento.
Lui non ha fretta di rimanere al passo col nostro tempo.
Sale lento.
L'uomo di qui dalla rinuncia trae giovamento.
Sale lento.
Sale lento come il piacere che lascia al randagio nell'accoppiamento.
Sale lento come il convincimento del vagabondo nel gettare un fondamento.
Sale lento.
Sale lento il ben stare nel Salento.
Sale lento ma sicuro bello e con gran portamento.
Però attento mio caro Salento.
Non ballare mai quanto basta per guarire la pizzica della taranta ed il suo straniamento.
No non farlo!
Sarebbe...
sarebbe un inguaribile sconvolgimento.
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento il gradimento nel Salento.
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento come il suo giallo tondo fermento.
Sale lento come il suo ergere colline a stento.
Sale lento come il suo albero da olio che da sgomento.
Sale lento come il suo palmeto steso al vento.
Sale lento.
Sale lento manco mai fosse importante il momento.
Manco l'ore dessero stordimento.
Manco il pescatore fosse lì in attesa dell'assopimento.
Manco l'ombra tagliasse apposta ogni pavimento.
Sale lento.
Sale lento come il suo cielo rosso che la sera mi posta dentro.
Come il suo fico che si nega accuratamente ad ogni ravvicinato incontro.
Come il suo mare che m'attrae stimorato fuori verso il suo centro.
Come il suo fiore da duna che di speranza mi riflette giacimento.
Sale lento.
Sale lento manco non recasse disturbo l'invasore a tempo.
Manco l'assalto non colpisca tutto ed a tradimento.
Sale lento.
Sale lento manco fosse il treno che porta via chi ha bisogno di un aumento.
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento il mio apprezzamento.
Sale lento mentre mi spalmo di umori veraci per dentro.
Mentre vivo i colori del suo antro.
Mentre godo dei sapori che riserva al sacramento e...
e sale lento come lo scampanellio gentile del faro santo che può rimanere spento.
Sale lento.
Sale lento.
Lui non ha fretta di rimanere al passo col nostro tempo.
Sale lento.
L'uomo di qui dalla rinuncia trae giovamento.
Sale lento.
Sale lento come il piacere che lascia al randagio nell'accoppiamento.
Sale lento come il convincimento del vagabondo nel gettare un fondamento.
Sale lento.
Sale lento il ben stare nel Salento.
Sale lento ma sicuro bello e con gran portamento.
Però attento mio caro Salento.
Non ballare mai quanto basta per guarire la pizzica della taranta ed il suo straniamento.
No non farlo!
Sarebbe...
sarebbe un inguaribile sconvolgimento.
Sale lento.
Sale lento.
Sale lento il gradimento nel Salento.
Sale lento.
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