Scritto da © Raggiodiluna - Mar, 24/07/2012 - 22:07
Smarrita, confusa, tra le infinite probabili soluzioni, cerco ad una ad una di scegliere la soluzione meno violenta alla mia morte.
Immagino mille sentieri oltre il limite del mio sguardo, strade sconosciute che si sovrappongono e non riconosco nessuna sensazione amica. Il vuoto lo associo alla nausea, un fastidio che non parte da nessuna causa certa.
Mi osservo e vedo l'immagine della morte ancora viva. Che scempio di ornamento ho scelto per vedermi bella per l'ultima volta?
Le mie guance non reggono più nessun sorriso e le mie spalle si stanno piegando al peso incontrollato di catene che tirano giù le mie braccia all'abbandono.
Il buio s'avanza, come una macchia d’ombra, lo sento lungo le vesti salirmi addosso, avverto un brivido.
La mia vanità è scesa, si sta spogliando della mia persona.
Comincio a sentirmi nuda dentro le vesti sbagliate. Qual’ è il mio vero abito? Nessuno può saperlo!
Indossiamo sempre gli abiti di circostanza, abiti che coprono le nostre nudità e ci fanno sentire estranei allo specchio, tutte le volte che ci cerchiamo, che ci vorremmo vedere riflessi.
Chi si riflette per vedersi nudo? La nudità ci sbriciola ma ci mostra veri e senza inganni.
Le mie mani hanno lasciato la presa, sono sole a se stesse, il tatto è torpore che immobilizza le dita , ferme, in quel rincorrersi, operose nel ricordo di prendersi e toccarsi.
Sento l'odore vecchio delle mie rose che hanno allietato i giorni delle gioie, aspettare Maggio per baciarle tutte e spargerle al vento ad una ad una ritornandole alla terra che all'anno me le offriva generosa.
Che triste la morte!
Non riesco a trovarle nessuna luce!
I miei capelli scendono come velo, come sipario ad un'opera incompiuta.
Le scene erano pronte, anche la sceneggiatura, i costumi addosso alle comparse, gli attori con le parti a memoria, la protagonista piange, ha dimenticato il personaggio.
Chi sono? Chi mi aspetta dietro le quinte?
Sono forse io dietro le quinte?
E di là, c'è la scena?
Non sono più in scena! Sono un costume vuoto, una nuvola di emozioni che si sta svuotando.
Ascoltami!
Tu che mi vivi per l'ultimo respiro!
Lasciami almeno gli occhi aperti per abbracciare, nel mio ultimo sguardo, le bellezze del mondo. La terra intera come un unico giardino, il mare amico, il cielo sapiente e il sole e le stelle.
Per ultima, fammi guardare la luna e con lei chiudere gli occhi nell'ultimo raggio.
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Immagino mille sentieri oltre il limite del mio sguardo, strade sconosciute che si sovrappongono e non riconosco nessuna sensazione amica. Il vuoto lo associo alla nausea, un fastidio che non parte da nessuna causa certa.
Mi osservo e vedo l'immagine della morte ancora viva. Che scempio di ornamento ho scelto per vedermi bella per l'ultima volta?
Le mie guance non reggono più nessun sorriso e le mie spalle si stanno piegando al peso incontrollato di catene che tirano giù le mie braccia all'abbandono.
Il buio s'avanza, come una macchia d’ombra, lo sento lungo le vesti salirmi addosso, avverto un brivido.
La mia vanità è scesa, si sta spogliando della mia persona.
Comincio a sentirmi nuda dentro le vesti sbagliate. Qual’ è il mio vero abito? Nessuno può saperlo!
Indossiamo sempre gli abiti di circostanza, abiti che coprono le nostre nudità e ci fanno sentire estranei allo specchio, tutte le volte che ci cerchiamo, che ci vorremmo vedere riflessi.
Chi si riflette per vedersi nudo? La nudità ci sbriciola ma ci mostra veri e senza inganni.
Le mie mani hanno lasciato la presa, sono sole a se stesse, il tatto è torpore che immobilizza le dita , ferme, in quel rincorrersi, operose nel ricordo di prendersi e toccarsi.
Sento l'odore vecchio delle mie rose che hanno allietato i giorni delle gioie, aspettare Maggio per baciarle tutte e spargerle al vento ad una ad una ritornandole alla terra che all'anno me le offriva generosa.
Che triste la morte!
Non riesco a trovarle nessuna luce!
I miei capelli scendono come velo, come sipario ad un'opera incompiuta.
Le scene erano pronte, anche la sceneggiatura, i costumi addosso alle comparse, gli attori con le parti a memoria, la protagonista piange, ha dimenticato il personaggio.
Chi sono? Chi mi aspetta dietro le quinte?
Sono forse io dietro le quinte?
E di là, c'è la scena?
Non sono più in scena! Sono un costume vuoto, una nuvola di emozioni che si sta svuotando.
Ascoltami!
Tu che mi vivi per l'ultimo respiro!
Lasciami almeno gli occhi aperti per abbracciare, nel mio ultimo sguardo, le bellezze del mondo. La terra intera come un unico giardino, il mare amico, il cielo sapiente e il sole e le stelle.
Per ultima, fammi guardare la luna e con lei chiudere gli occhi nell'ultimo raggio.
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Naturalmente è pura fantasia ed è ciò che mi ha ispirato il dipinto di Hayez, appunto "Pensiero malinconico"
Di Francesco Hayez, preferisco ''Il bacio''. Mi era piaciuta molto l'idea di creare dei racconti/commenti, evocandoli da dipinti famosi.
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