Scritto da © Amantine Aurore - Gio, 27/01/2011 - 19:14
Un temporale estivo sorprese Cloè mentre passeggiava nel bosco, fra i mirti azzurrini
Era fresca la pioggia sottile che le impregnava la veste di lino facendola aderire alle rotondità del suo corpo perfetto, lasciandolo nudo. Sentiva un sottile piacere pervaderla tutta e spingerla oltre.
Camminava,s' inoltrava sospesa nel folto, sospinta da un senso di ignoto finché giunse là nel punto che lei ben conosceva. Alzò lo sguardo cercando qualcosa e scorse fra il verde il profilo di un uomo. Lo vide fermo , appoggiato ad una colonna di marmo dell’ antico tempietto di Pan ormai semi celato dalla verzura cupa delle edere che si erano prese quasi ogni spazio. Modulava, con un flauto silvestre, un’armonia di fragranze muschiate di sandalo e incenso. Non l’aveva mai incontrato là nella selva, ma non ebbe paura, qualcosa l’attrasse , gli andò vicino e ,dopo averlo guardato a lungo in viso,si sedette sul gradino di sasso e rimase a guardare.
Rapita dal suono,bevve le note dentro le gocce di pioggia che le bagnavano il volto ,quindi si alzò. Ora gli era vicino e fu allora che sentì più chiaro il richiamo del suono.
Incantata porse l’orecchio e udì un sussurro di lingua lontana salire come da un pozzo e attirarla suadente più giù nel nero del fondo. Perse il contorno,sfumò il verde lì intorno e iniziò a cadere lenta, sempre più in basso,come dentro un imbuto.
Si trovò distesa su un’erba cobalto iridata di luna. La pelle splendeva,negli occhi aveva le stelle dell’Orsa. Non c’era rumore, solo il silenzio e un pulsare del cuore. Dov’era finita non volle saperlo, le bastava sentirsi fluttuare nel cielo.
D’improvviso una scintilla s’accese nel nero più nero, lui era lì sulla soglia del tempio, la guardava parlandole piano, avvolgendola tutta con quel suo di mago . Lei ,rapita, gli tese la mano, lui la prese e, senza parlare, la condusse oltre le mura , oltre il silenzio.
Cloè si sentì evaporare dentro un tracciato di stelle in un punto lontano dove i suoni diventano luce. Si incontrarono lì mutando la pelle in granelli di polvere astrale rotante nel vuoto . Era indicibile quel luogo ,di certo era un mito, un quasar pulsante dentro un cielo infinito!
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