Scritto da © Emy - Sab, 03/07/2010 - 23:07
Pasqua era alle porte, le chiese erano in fermento tra “Vie Crucis” e rappresentazioni dolorose; Elena camminava per la strada, ma non sentiva più quel fremito, quella gioia che da bambina le regalava la resurrezione del Cristo. In una vetrina di dolciumi, guardava la densa cioccolata che colava continuamente su una chicchera dalle enormi dimensioni, mentre bimbi vi si accalcavano ad ammirare quello spettacolo che lasciava immaginare, sulle loro bocche, un sapore di dolcezza leggera, di latte e praline di nocciola. Accennando una smorfia che sapeva di un invisibile sorriso, la ragazza, tornò con la memoria alla sua infanzia; a quelle volte in cui aiutava nonna Marta a preparare le uova di pasqua, contenenti tutte, rigorosamente, una sorpresa per i piccoli nipotini impazienti. Mentre gli altri si aggiravano in cucina furtivamente, in cerca sempre di un pezzo di cioccolato da sgranocchiare, Elena assisteva, attentamente, a quel lavoro magico dalle mani fatate della cara donna. Guardava il suo viso sorridente, quel grembiule imbrattato da mille aromi di cacao; cercava di scovarne il segreto di quel gioco profumato, ma le mani della nonna erano troppo veloci per i suoi piccoli occhi, troppo perfette per lasciare intravederne trucchi. Marta era bellissima nei suoi capelli sbarazzini che venivan fuori, impertinenti, dalla cuffietta bianca; il suo viso era chiaro e sensibile, degno delle più belle bambole di porcellana esposte nel negozio di balocchi sotto casa. Le mani curate e ed esperte; gli occhi gioiosi e neri come il fondente del suo cioccolato. La sua vita non era stata facile :rimasta ben presto orfana, aveva trovato un lavoro da aiutante presso una pasticceria, e proprio lì aveva scoperto la sua dote e quella passione per i dolci … ma ben presto arrivò la guerra, ed i nazisti la reclusero in uno di quei maledetti lager, e li conobbe Silvestro, l’uomo che avrebbe sposato. Erano riusciti a scampare alla morte, grazie all’intervento dell’esercito americano, e, pian piano, avevano ricostruito le loro vite … ma la gioia durò poco! Silvestro morì all’età di trentadue anni e Marta si ritrovò sola con tre bocche da sfamare sulle sue spalle. Elena era la più grande delle sue nipoti, la figlia di Giulia, la primogenita delle sue tre figlie; era anche la nipotina preferita;certo amava tutti i suoi bambini, ma lei era la sua piccola donna a cui insegnare quell’amore per i dolci. Elena era affezionatissima alla nonna; da piccola passava molto tempo tra le sue braccia, mentre Marta le raccontava il suo amore per Silvestro. La piccola si addormentava serena sul suo grembo, mentre lei le preparava i biscotti per addolcire il suo risveglio. Adesso quella bimba era diventata donna e, davanti alla vetrina dei dolci, riviveva quel mondo spensierato in cui tutto era perfetto. Mille spilli le strinsero il petto; con un gesto lento voltò il capo e si allontanò dalla vetrina dei ricordi, col groppo alla gola e le lacrime trattenute per non far scorgere, agli altri, il proprio male. Tornò a casa e gettando svogliatamente la borsa sul divano vi si sdraiò supina col volto coperto dalle braccia; pianse quella malinconia che si mischiava al sapore salato delle lacrime e all’odore dell’ammorbidente sul cuscino: “Nonna Marta se tu fossi qui! Se ci fossero ancora le tue mani a darmi conforto! Se ci fossero le nostre complicità a ridarmi il sorriso … ed invece sono qui, da sola, dentro una vita a metà! “ Con il viso dell’amata nonna d’innanzi agli occhi, cadde in un sonno profondo;si risvegliò qualche ora più tardi e, scrutando il tetto della camera, sentì una vocina dentro se che le diceva: “non odiare Dio se la sorte non ti è stata amica … non è Sua la colpa dei nostri mali! La nonna è qui … vicino a te! Basta ascoltare te tessa … perché i gesti e le frasi di chi si ama sono misti ai nostri, per non farci sentire soli … mai!” Si levò da quel divano ed infilò il grembiule; preparò tutto: cioccolate, ciotole, e strofinacci, profumando la cucina con i sapori dell’infanzia. Percepì quasi il calore di nonna Marta accanto a se, che sembrava sorriderle di contentezza per la felicità ritrovata dalla sua diletta nipotina che, ormai donna, aveva imparato a preparare le uova di Pasqua al cioccolato, mentre Dio, adesso, poteva risorgere con la gioia di un’altra anima ritrovata ….
(parole di poetanelcuore grafica di Emy Coratti) |
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