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Fabrizio Bidoli

Fabrizio Bidoli vernissage
BidoliFabrizio Bidoli è nato a Palmanova (UD) il 05 febbraio 1963, risiede a Clauiano, una piccola località storica nella pianura friulana, non lontano da Palmanova. In questo piccolo e caratteristico paese, Fabrizio ha aperto il suo laboratorio-studio di artista. Da sempre infatti Fabrizio si è interessato di arti visive e plastiche, pur non avendo seguito studi regolari di natura artistica. Certo che non si può parlare o scrivere di un dilettantismo che inizia dalla tabula rasa: molte sono state sin dall'adolescenza le frequentazioni e i percorsi, anche se non strettamente accademici, che lo hanno visto a "bottega" con artisti friulani più o meno famosi, che però hanno contribuito alla sua formazione e alla sua cifra stilistica. Influenzato dalla sua passione per la pittura metafisica e surrealista, le sue opere su tela riflettono, in una dimensione che ha il suo punto di impatto e di comunicazione in una suggestione forte data dalla carica simbolico-onirico, una pluralità di introspezioni e di emozioni, resi con accese tonalità cromatiche e sapidi trattti di pennello. Ha partecipato a mostre collettive a carattere regionale nelle sale espositive del comune di Gonars (1998). Udine (1999), Trieste presso il circolo Velico (2000). Sue opere recenti sono visibili in permanenza sus sito internet TiscaliArte. Sulla sua pittura hanno scritto diversi critici e giornalisti sulle pagine del Messagero Veneto, del Piccolo, del Gazzettino e sul settimanale a diffusione nazionale Famiglia Cristiana (cfr.n.34 agosto 2005 anno LXXV). Un'intervista all'artista di Clauiano è stata realizzata dai giornalisti di Raisat, trasmessa nella primavera del 2005, nella trasmissione La Giostra dei Borghi, dove, tra l'altro, sono state presentate e commentate le opere realizzate in quel fecondo e fertile periodo. Un artista quindi ancora relativamente giovane, ma che, per le capacità tecnico-espressive, per la maturità conseguita in anni di studio e duro apprendistato, si colloca tra le figure più rappresentative di un originale percorso di nuova figurazione che, senza tradire le eredità delle tradizioni del passato novecentesco, è in grado di innervarle con una sensibilità tutta e pienamente contemporanea.
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Per comprendere i dipinti di Fabrizio Bidoli è necessario anzitutto lasciarsi catturare da quello stream of consciousness che li anima dal di dentro, portando in superficie il processo di elaborazione di pensieri e percezioni di cui rappresentano l’intima essenza. Si tratta di un monologo interiore che affiora lentamente dal fondo indistinto dell’immagine e si rapprende, ad un livello superiore, in un viluppo di forme solo in apparenza indistinte, ma che ad un’osservazione attenta ed analitica si rivelano come oggetti, volti e figure costituenti, ad un tempo, l’immaginario dell’artista e il filtro attraverso il quale egli decanta e interpreta la realtà circostante.
Benché la sua formazione sia quella di un autodidatta, Fabrizio Bidoli trae gli elementi del suo linguaggio espressivo dalla più accreditata tradizione pittorica del passato, innestandoli su una struttura compositiva che gli deriva direttamente dalla cultura grafica del fumetto. Dallo sfondo di lontana ascendenza informale, ribollente di materia cromatica, l’artista fa emergere, a tratti, la componente segnica e razionale delle proprie visioni oniriche, con un intreccio di linee che configura l’immagine di un mondo futuribile e surreale ancora di là da venire, ma ben presente nell’immaginazione del suo artefice quale proiezione dei suoi più intimi desideri. Realtà e irrealtà si fondono e si confondono così in questi dipinti che, rifiutando ogni narrazione logica e consequenziale, si propongono semplicemente quali elementi di congiunzione tra la sensibilità individuale dell’artista e lo sguardo particolare dello spettatore, nel tentativo comune di creare uno spiraglio immaginativo che ci permetta di riscattare la materialità troppo spesso sterile della nostra limitata esistenza terrestre.
Vania Gransini
Vania Gransinigh, dottoranda in storia dell'arte presso l'Università degli Studi di Udine, vive e lavora a Udine. Si è occupata di storia della pittura e della scultura italiane tra Otto e Novecento. Nel 2007, con Gilberto Ganzer, ha pubblicato presso l'editore Alfieri di Milano la monografia su "Michelangelo Grigoletti", uno dei maggiori pittori italiani dell'Ottocento e il volume su "Darmo Brusini". Attualmente sta conducendo una ricerca sui rapporti tra scultura monumentale ed irredentismo a Trieste e nel Litorale nell'ultimo periodo della dominazione austriaca (1866-1919).
 
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- Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
- Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
- Opere:  © Fabrizio Bidoli
- Progettazione grafica e web editing: Anna De Vivo

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a cura di Ezio Falcomer

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