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introspettiva

Il passato (fra memo e nemo)

E se vi dicessi che il passato
è l’unica eredità che abbia
mi giudichereste povero o ricco?
 
Cosa mi possono portare via
che non abbia già perso?
 
L’ubiqua sua assenza
mi cresce come lievito

(XX) o/e (XY)

Solo qualche dettaglio
sessuali bagliori
dilatati in spazi sottili,
ambiguo narcisismo
amore sopito,
respiri catturano suadenti miraggi
in ampie parentesi racchiusi,
nascoste intriganti trasparenze
avvolte in drappeggiata seta
celano edonistiche ferite

Au revoir

Disteso sull’erba dolcemente in declivio,
lo sguardo perso nell’azzurro, ti confidi.
Accanto a te una splendida donna ti ascolta
attentamente sorridendo complice. Un’amica.
Che vorresti madre, amante e un po’ puttana.

La signora Flavia

" La signora Flavia",  così la  chiamò anche il vecchio parroco della chiesa di S. Pantalone, nel  corso delle esequie.
 Non gli venne   affatto spontaneo chiamarla  "sorella".   Ed  infatti, io pensavo a quel suo portamento  così distaccato  e distante, a volte  anche un po'  sussiegoso.  Non veniva altro  che  definirla  se non " signora Flavia".

Se

Se dovessi definire il desiderio,
lo identificherei con il tuo viso,
proprio quello che ho nella mente,
quello di sempre,
sereno o silenzioso
illuminato da due occhi che ho amato da subito
e che rubano il cuore 
a chiunque inciampi nel tuo sguardo 

Se dovessi descrivere una bella sensazione,
opterei per quella di averti accanto
silenziosa presenza,
fattivo essere Leggi tutto »

Ouverture

Bagliori mattutini
gli occhi fluttuano satinando dettagli
tratti dal luccicante specchio
dove appare la mia maschera
come dipinta in vuoto ossessivo.
Naturale stanchezza delinea solchi,
dove un tempo nascevano sogni,
fragile trasparente emozione
si soglie in spazi dai colori tenui

Morte di un fiore

Da te ho visto cadere
anche l'ultimo petalo
esalando il suo ultimo colore.
E' spirato in un afflato
ormai stremato
lasciando tutti noi
al nostro grigiore.
Mi piange il cuore
nel vederti ricurvo
sul tuo gambo
con il calice chino,
calvo,
dove un tempo
come ali di pavone

Vite sprecate

Il gioco del sole

Il sole ha capito

In morte del padre (2002)

Non c’è più
la fresca ombra protettiva
del grande e saggio albero
abbattuto.
Ora tocca a me rinforzare
le penetranti radici,
stendere verso il cielo
i robusti rami e
farvi scorrere fresca linfa vitale,

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