La filanda
Cos'è cos'è
che fa andare la filanda
è chiara la faccenda
son quelli come me.
Come si fa
a morire in Ruanda
no, non è che mi prenda
me n' fuggo a Santa Fe.
Cos'è cos'è
che contiene la lavanda
la fumo tutto il giorno
ma che lavanda è?
Sì vedo ben
la mia macchina che sbanda
è chiara la faccenda
le gomme non son tre.
Magari sì
mi sistemo in Olanda
gli zoccoli arancioni
i mulini dentro me.
Però però
mi ha punto una scolopendra
ci penso, non lo so
me n' vado a Nuova York.
Cos’è cos’è
che fa vivere a Manhattan
è tutta una connection
c’è dentro Angela Merk.
Vabbè vabbè
finisco la sarabanda
mi sospendo a divinis
ho fatto un qui pro quo.
Sto nel Far West
la mia terra del tramonto
mi scazzo facilmente
ho l’animo del Troll
(refrain)
Non mi portavi il caffè
Ahi, l’amore, ahi, l’amore
avevi il trip del karkadè
Ahi l’amore che cos’è.
Aua uè aua uè
aua uè aua uè
aua uè…….
(...e se mi cade il microfono di mano come a la Milva?) Leggi tutto »
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Laggiù l'aurora
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Dilemma
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Contano
Contano le meraviglie
cercate col lanternino
più di successo e ricchezze fan luce
gli attaccamenti del cuore
edera alla vita sul palo
sempre affamata di cielo
piace trovare le nuvole
frangiate di raggi di sole
cogliere il merlo ciarliero
zitto all'assaggio del caco
e poi da prato aver quiete
coperto di petali e foglie
a sprofondare nel sonno.
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Cose Così (sabbia)
Sei piovuto sulla mia terra
fecondando i pensieri alla mia sabbia
così lontana dall'eco del mare
Le tue pareti scoscese e le mie valli
strette a pugno di silenzio
esiliato tra le dita
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Haemophilus influentiae
Non ti sopporto più, sai?
Piccolo, Fastidioso, Irritante Bacteria..
Sei entrato spingendo e ora resti li..
con la bocca piena a grattarti la pancia
ridendo sprezzante di ogni mio inutile tentativo di fuga..
mi stringi, mi agganci.. tenendomi alla gola come un coyote ferito e incazzato..
non ti è bastata la mia aria.. no..
hai voluto il mio equilibrio.. lanciandomi a terra contro lo spigolo..
non ti è bastato il sangue, non ti è bastata la disperazione..
cosa vuoi ancora?
Ladro, ladro di carne.. Ladro..
e il solo pensare di dover dormire ancora con te..
.. averti dentro ..
. B a s t a r d o .
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Nuovi e vecchi muri
“ No man is an island”, Leggi tutto »
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Il bacio
- Blog di brunaccio
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Il primo Bordello del paese.
La casa ha un corpo che mi incanta con suoni di tufo indurito dall’età e dal peso di se stesso su se stesso.
Come un contadino antico sulla zappa, l’assito regge danze di fantasmi folli di calore; esalazioni di petrolio, assassino delle tarme, e mura che erano pelle bianca di calce su vene austere alla cui memoria avevano provveduto astuti amori di conserva in autentici quadri di amplessi stinti nei colori e nelle pose.
Poca luce, quasi stanca di ampliare il vuoto, si trascina nel buio ferita dagli scuri. Un vuoto di aria quieta che approfitta di ogni suono per un rintocco proprio; ma nessuna campana ha echi nei porcili e qui il peccato forse dissolse anche capigliature mistiche.
Ogni porta ha rantoli suoi: maniglie consunte e opache che flettono sui cardini il legno assente - o meglio, c’è, ma non invoca olio nei giunti di ferro.
Di qui è passato mio padre, penso, forse mio nonno prima del Carso, ed anche dopo: sulla roccia le pallottole con colpi di moschetto secchi e unici, qui le lenzuola madide degli scoppi al primo colpo di schiena.
La vita è anche questo: vivi su di un corpo che hai pagato male e muori in un corpo che non hai appagato bene.
Eppure, non ci sono tracce di piacere.
E’ fermo l’orologio dei gemiti, veloce nell’ora del vespro e nelle rapide alcove; segnò l’ultimo secondo dell’ultimo amplesso che ancora qui ricordano col nome di Giuan”o tuost’. Leggi tutto »
andante con colla vinilica, cinema d’annata ed alcune prospettive d’altro leso futuro
pornokrates, 1878 - félicien rops
vado
via col vento
cercando di centrare
il centro esatto del tempo che rimane
che ha forma di destino a mix di temporali
nel sogno di un letto sfatto e della tua buona pelle
che odora della stravaganza dei petali del tuo miglior mistero
nel sangue della follia di questi giorni destinati alla ricchezza del killer
giù verso i baratri della totale subdola distanza del sole
dove conto i minuti che rimangono nella tenerezza
vado
solo nel fuoco
nelle vesti del soldato
precipitando nel solito vortice
dei tuoi seni dai grandi capezzoli scuri
duri pugnali per le mille ferite disseminate nel mio mondo
che è mondo complesso di labirinti e mostri e disastri di soluzioni
ma che sa donare tutti gli istanti del tuo movimento di attrazione e ferocia
nei denti che scintillano e colpiscono così bene nell’affondo
nella distesa della mia feconda e suprema ultima resa
vado
nei tuoi abbracci
elencandoti tutti i desideri
uno ad uno mostrando la validità del perdersi
mentre cerco l’anima nel triangolo infernale del tuo inguine
salvandomi soltanto per queste labbra indemoniate che si nutrono di te
nelle gocce di questo tuo miele che distilli di brace come liquore per gli dei
della lingua che scava nelle pieghe della più regale delle mie voglie
provando di sacralità ogni volta questa specialità di morte
nello stupore mai confuso del più morbido risorgere
- Blog di giuseppe pittà
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