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cose così

Cose Così [di labbra]

Le tue labbra

arrese  nella gioia
dal battito più lento
s’obliano d'un rosa caldo
in cui tu sei il mio centro

sanno l'incanto del silenzio
la potenza ineludibile
lo straripare blu, la notte
d'un letto di brezza tiepida
a stringerti il respiro
il sospiro
la danza

petali schiusi d’alba
di generoso amore

Manuela

Il conforto

 
ho braccia grandi oggi
rami di quercia vecchia
imperlata da due gocce
di rugiada come diamanti
fluite dai miei lombi
per via indiretta a esistere
alla gioia d'esserci.
non fosser altro per me
coi due germani
che l'hanno precedute
lastre lapidee a difesa
del mio avello
la vista loro sciorre
nelle mie rigide vene
il sangue intorbidito
e dagli occhi loro a me
un nimbo viene.
 

Neve

Neve romantica che incanta i cuori
neve magica che fa innamorare
neve tremenda per chi non trova la via
e si perde nel bianco e nel gelo.
Quanta neve oggi e quanto bianco…
ed io non riconosco la mia strada.

Scientemente incosciente.

Sarebbe meglio che assecondassi i miei lustri
e mi decidessi una buona volta a crescere,
il bianco che mi incorona vorrebbe saggezza
ma non me ne curo, ho il cuore bambino.
 
Ho lasciato l’anima stesa ad asciugare, 
come in eterna vacanza attraverso il tempo:
niente paura, ho una buona scorta di fazzoletti
per le prossime lacrime di coccodrillo!
 

Fai quello che vuoi

 
perdimi trovami
fai quello che vuoi
io non sono
e se sono sono un errore
 
avvoltolata su me stessa
annidata
mi apro solo -a volte-
                        per un sorriso del corpo
non c'è altro che rida in me
ed è l'unica cosa che conti
 
l'anima immortale non esiste
e così non io
io no
 
fai quello che vuoi
dirmi non dirmi per me
non me è lo stesso
 
se sapessimo almeno precipitare
precipiteremmo
                         - insieme
  

Ritorno al fronte di scoglio

Presuppongo il mare
d'intorno lo scoglio
distante un salto di rivalsa la riva
emerso nerofumo dall'acqua
quasi un vampore delle caldaie a coke.
 
Terra immensa di tre piccoli passi
terra delle domeniche
terra di pomeriggi e di ami in punta di nylon
prima che a sera ricoverassero
nell'ansa di conforto - le lenzuola - i mille corsari di cui il mio vessillo.
 
Un regno costato un balzo
alla vista il coraggio di una visione sulla roccia:
quei tremori che l'alta onda affondasse l'essenziale Tortuga
quando ancora mi luccicava un richiamo.
 
Fu forse un fortunale la vita
che fugò ogni volto, ogni nome alla fonda
e pure di quei senza orma ricordo un traversare il molo.
 
Chissà dal salto di adesso
potrò tutti i corpi ammarati
o se almeno da una nota di quel santo salato
mi accoglie nella capovolta risacca
una spuma.

Sulla sabbia

Orme trascinate dall’onda
un cuore disperso dal vento
i nostri nomi mormorati in un palpito
questa è la mia vita.

Contando i primi fiocchi, uno ad uno, fino al sonno che restaura e rigenera

Flirt Serigrafia
 
flirt - helen frankenthaler
 

L’occhio della conclusione perseguita nelle notti del ghiaccio e della luna. Ho giocato troppe volte al gioco della magia ed oggi ne pago le conseguenze. Grande come un globo di oscurità e minaccioso come un masso di fuoco si presenta dalle retrovie di una pazzia manifestatasi nei tempi della palpitante giovinezza. Avevo trovato nei tuoi occhi e nei filtri delle combinazioni dei liquori la migliore soluzione alle ansie e ai terrori dei giorni. Una speranza per un futuro sempre privo dei fremiti delle distanze da coprire. E tu eri fatta di occhi limpidi e chiari, più leggeri dei miei, che erano nascosti dallo spessore delle lenti scure, a costruire un altro modo di vedere e di intendere il mondo. Eri fragile come l’emozione del primo giorno, ragazza giovane, non ancora donna, ma curiosa di donare le tue labbra alla bravura seduttiva di quel tipo, l’unico di tutti noi ad aver concepito una specie di disastro suo personale, ad uso di un suo modo di corteggiare ed ottenere la dovuta attenzione.

Fratelli miei

  
(Mostri innocenti)
 
Rostri, arti mostruosi, becchi appuntiti,
lingue saettanti, flebili belati, ruggiti,
la Natura vi ha forgiati su misura,
costruiti per la propria preda,
stupendi, orridi animali, mostri innocenti.
 
Vivete, vi moltiplicate,
nutrite ed amate i vostri nati,
sbranate per sopravvivere,
morite di fame, ricacciati spesso nel nulla
dalla stoltezza e dall'avidità dell'uomo.
 
Poveri, poveri animali,
i feroci come gli inermi,
gli splendidi come gli orrendi,
fratelli miei amati,
più puri dei miei fratelli,
pedine inconsapevoli ed ignare
di un gioco malvagio ed inquietante
non solo umano.
                                    Maria Luisa Agnisetta Prodon
 
 

Piacevole ma,

buffo quando la sabbia s'infila
tra le dita nude dei piedi
mentre ne godi infastidisce
e corri nell'acqua lì a fianco
che lecca la riva e si ritrae
come una lingua nella bocca
grande azzurra del mare
per disperderla liberartene
e subito torni ad insabbiarti i piedi.
che pare così la vita
provi e ti ritrai di continuo
godi e ti privi di quello o questo
per timore d'esser troppo avido
o che perseverare andare avanti
troppo e grande diventi il rischio
per quanto sai poter sopportare.

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