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Perle scelte dalla redazione

Giallo Oro

Quaggiù nella labile estate
questa luce s’impregna d’immobili silenzi.
Ci frastorna uno sfondo di ostinati ronzii
per strade ruvide di sole e sudore.
 
Ognuno può cercare
oltre la sfocatura della polvere
una propria oasi d’ombra

Pomeriggi

Tornare indietro il cuore 
strano modo d'andare via
di stringere l'anima al petto
come un groviglio o matassa
che s'appoggia sul respiro

Tornare come vento a mulinello
ad ogni malinconia o parola
e stringere in mano stracci di sogni
come fazzoletti bianchi

Ciò che rimane

All’occorrente, a te, a me
a ciò che passa
rimane
 
costituisce un campo, puro
di energia
il grezzo fondamento
 
delle cose, sul quale gli occhi poggiano
un introvabile silenzio

Foulards

Ti avrei trovato sotto i portici
di un qualsiasi universo
dove il sole versa il dolce del suo dio
 
o una ragazza smuove il verde dei foulards
accendendo due zaffiri in un granaio
 
forse sa che sul tramonto
stendi cieli

Monti

Monti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E tiro il tempo per i suoi capelli
d'estate aspetto l'apice del sogno
preparo la valigia con le cose

e m'incammino dove perdo il mondo

 

Del biancore del Cielo e delle accadenti cose gravi sulla Terra

Cielo sbiancato

 

Rintraccia nel cielo sbiancato il sole d'oro
senza evasioni in una sola metafora.
Guardalo nella sua nudità essenziale
e di’: questo, questo è il centro che cerco.

 

da Note verso la suprema finzione, Wallace Stevens

 

Poeta per caso

Mattone su mattone, la vita sulle spalle, 
pesa la gerla dei sogni prezzolati mentre
con fantasia e occhi di vecchio bambino
dipingi affascinanti case di muri di carta.
 
[nella primavera dell’autunno il muro crolla

Dovremo chiedere perdono a maggio

Dovremo chiedere perdono a maggio
che rese inutile il volo di rondini
migrate sulla terra che attendeva
il fiorire degli occhi e degli anemoni
al vento fragile delle nostre sillabe,
dopo che il ghiaccio di febbraio punì
le nostre mani ingorde di incantesimi.
 

Attraverso specchi.

Con occhi semplici
poggiati lì sugli spigoli
della vita ormai passata
vedo scorrere figure sconosciute
vestite con abiti miei dismessi.
Mi chiedo sempre quando mai
li abbia regalati
eppoi perché a questo e quello
che non so dire chi siano.
Si voltano verso me, alle volte

La bambina che fece musica con la tempesta

La bambina prese la bacchetta

spostò la sedia davanti alla finestra

fuori il cielo urtava contro la rabbia di dio

e il rumore era il caos di una belva che sbranava le nuvole

La pioggia divampava sul tempo

La madre rimase seduta con gli occhi aperti

a vedere le lame dei ricordi

mente fuori ogni goccia di pioggia

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