Dwindling
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La più ascoltata in macchina
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Ricerca fotografica
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Di tutti i colori
d'arcobaleno
i colori del tempo
alba e tramonto
il simbolo di pace
scompare con la sera
tutti i colori
in giro si son visti
gioie e dolori
ahimè son più tormenti
tra terremoti e frane
apro il giornale
reporter di sventure
in calo entrate
il debito risale
lamento generale
è legge eguale
il dubbio ora m'assale
in sintonia
con tutte l'emergenze
son queste l'incombenze
luce si spegne
si mostrano parvenze
cala il silenzio
e scemano sembianze
quando la sera scende
guardo la luna
d'argento vivo accesa
il solo spazio
ove immaginazione
i suoi colori accende
Copyright © Lorenzo 14.4.10
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Di nero e d'oro [inseguendo Klimt]
si vestono le figure
che laguide s'agitano
su tele di rame ed argento.
Voluttà sottile
ne attraversa i ricami,
le vesti, gli ornamenti,
accarezzandone le carni
morbide come tessuti d'oriente.
G.Klimt, «La Giuditta»
13.04.2010
- Blog di Alexis
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la percezione visiva
osservare i suoi bozzetti poche tracce di matita
prima di dipingere il quadro
Si può dunque così osservare come
attraverso la creazione delle opere,
seguendo le linee delle strutture,
il soggetto si sviluppi in forme attraverso
alterne fasi emozionali, attraverso
la molteplicità di colori caldi e freddi
attraverso la ricerca di nuove tecniche.
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Spiral Sensuality
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candida
Mi piace pensare di poter fermare il tempo.
Andrei in luoghi arcaici di cui cantano solo le leggende.
Vestita della mia pelle bianca
E il rivo dei capelli a cadenzarmi i sentori, visiterei l’età dell’oro
Ad Olimpia,
al cospetto del Dio Crono
per chiedergli udienza
e riuscire a fermare così il tempo.
Cantando
Ballando
E neanche Zeus ad opporsi
Al mio canto oceanico.
Solo la natura a muoversi con me.
E cammino tra l’immobile
sfocio come il sangue tra le arterie della città
Osservo i volti della gente
Addormentati dallo scatto
Sembrano fotografie o talentuosi istrioni.
Solo il linguaggio paralinguisto
Per capirne l’anima.
Uscendo dalla città
Entro nei quadri paesaggistici
Dimensione aromatizzata dalla benevolenza di flora multicolore.
Mi culla la voluttà del vento,
piacevole il fruscio dei miei capelli
sulla schiena e sul collo nudo
sembrano carezze.
Il vento mi accarezza
Sussurra piano
E piano mi risucchia
Cosicchè io sia vento
E sussurri alla natura
Il mio canto di miele.
Il mio viaggio in Feeria
Al biancore della “Fantastica”
"le immagini amanite dalla Fantastica sono pure forme
dell'Arte,
le più pregnanti,
imperiture ardono in Sommo Foco
Origo genera, e trae siffatta Archè”
In Feeria non vi sono limiti di tempo e spazio.
Sono li ora,
estraniata dal mio attorno nefasto
immersa nel nulla e in tutto
cammino senza mai stancarmi.
Con me c’è Ligeia
A lei dedico il mio canto
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Cristo spogliato e deriso
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L'inno dell'incoerente
Tutti millantano una qualche forma di coerenza, con se stessi, con ciò che si è detto o fatto, con gli ideali che si tentano di perseguire... ma in realtà è umanamente impossibile attuare il concetto di coerenza, essa è tuttalpiù un ideale cui si aspira, come tanti dei valori assoluti assolutamente utopici, uno dei più limitanti, comunque.
Condannare il proprio essere a perseguire un sentiero in linea retta senza voltarsi mai indietro, a destra o sinistra, senza la possibilità di muovere un passo al di fuori di quel tracciato tristemente bianco, pallido ed apparentemente sicuro è la più grande prigione in cui le menti possano rinchiudersi. Favorisce l'accanimento, la chiusura e lo sviluppo di infiammazioni e pruriti che possono essere placati solo attraverso lo sfogo di una viscida e sottocutanea intolleranza, un sentimento sottile e tacito, caldeggiato ad ogni sguardo pieno di fantastica e meravigliosamente umana ipocrisia.
Quanto sarebbe bello, invece, dar sfogo alle passioni così come si presentano! Lasciarsi andare nelle fantastiche danze dell'emotività, passando dal riso al pianto senza curarsi di sembrare folli, spogliandosi di quella patina grigia e polverosa che ci rende tutti tristi omuncoli rachitici oppure obesi, patologicamente affranti, insicuri, orribilmente freudiani. Corpi emaciati ed avviliti da una psiche inventata ed esplorata dall'esterno, ma ben poco compresa nel suo intrinseco potenziale mitico.
E ci rifugiamo, ancora, in quella coerenza spoglia di virtù, in quel continuo svuotarsi, inaridirsi, spegnersi.
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