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Poesia

Il sentiero dei miei nidi di ragno


*ragno preso dalla rete*

Consideriamo il punto.
Tutto ciò che dico
non corrisponde affatto al mio pensiero
E’ lineare
Tutto quel che penso
l’ho letto - l’ho sentito - l’ho visto - oppure mi fu detto
Riformuliamo la teoria
Se riuscissi ad imparare
ogni piccola influenza
forse guarirei
e condannerei
quel giudice che in me
e in toga
promulga vecchie leggi
provenienti dai ricordi
di un’infanzia fino ad oggi
Se non s’è compreso
si prega
e si rifletta: 
Se io sono ciò che penso
e quel penso
non l’ho mai pensato io
allora io chi sono?
E tutti voi? Siete proprio voi?
E sarete ancora voi
lasciando il mio sentiero?
Chi c’è dietro ad ogni proiezione
direzione o deviazione?
Queste mie parole
sono poi le mie paure
Il succo del discoro
è frutto di quale sacco?
Cercando di svuotarlo
m’accorgo d’esserne sprovvisto
Le mie provviste
sono state caricate ad ogni incrocio
in cui scontrandomi
ho voluto dare aiuto
e mi sono ritrovato
colmo di miracoli
scartando la gramigna
Circolare
qui non c'è nulla da eccepire
Per capire
percepire

 

Nella stanza dei desideri

C'è una parte d'amore
che si moltiplica
sotto un pavimento d'ossa
e poi gioca con un popolo
di respiri mai uguali.

Alba (Tanka in Elle)

Lenta scivolo
lungo il rosa dell'alba.
Liquido inverno,
lascia che si disperda
la condensa dei sogni.
 
 
 

Era di Marzo.

Era in una giornata come questa
dove la canizie del tempo morente
gelava anche gli ultimi sguardi
e la tramontana come scorpione
avvelenava le attese di tempi migliori.
 
Labbra serrate trattenevano a stento
parole affilate come sicari in attesa
di guadagnare la mercede promessa.
L’addio fu facile, ne bastarono poche
le altre si sciolsero al primo sole.
 
Rimasi lì, statua di ghiaccio e sale
la pelle bluastra a contemplare il delitto
mentre un ultimo refolo spezzava
con una eco di suono metallico
stalattiti cristalline appese alle mie ciglia.
 
Era di marzo.
 
 

Bosco di luce

Bosco di luce
la neve sopra il muschio,
bacio del gelo.
 

Versi archeologici

Dolce e caro mi è
questo ermo colle
dal quale conto e miro
nubi passar e sogni venire
piacevolezze mi portare a mani
colme di fuggevoli morbide carezze
ed io a te copiosamente donare
baci di miele e palpiti ratti
di cuore eccitato dalle
tue bellezze che in
vero anelo aver
sicché possa
alfine dire
goduta.

Amore tse tse.

te ne vai, ritorni,
voli basso, radente
a volte silenziosa
spesso indisponente
 
come una mosca
entri ed esci dalla mia vita
padrona della mia anima
presenza non gradita
 
con fare indisponente
decidi tu i percorsi
sei solo un po’ noiosa
gli amori son trascorsi
 
ormai ho deciso
ne ho piene le tasche
il cuore hai deluso
userò lo scacciamosche
 

La raffineria di Sannazzaro

 

Ero lì.

C’ero anch’io tra i fumi solfurei ed i camminatoi unti d’olio
A destra e a sinistra solo tubi e pompe, premesse al consumismo
e rari germogli avvelenati di cristalli frettolosi
 
Oltre la cortina, più in là degli occhi, nell’impalpabile memoria
dei numeri a venire, c’eri tu!
 
I rumori, le canzoni in media frequenza, le cinture di sicurezza
certo non profumavano di te. Intanto eri la con le tue mani
e tutto l’armamentario di sensi che mi avrebbe invaso.
 
E tu, chissà, guardavi dalla tua luna quegli strani movimenti
di gru e di braccia confusi dalle ciminiere e da un pulsare nuovo del cuore…
quanto ci siamo avvicinati per poi allontanarci e di nuovo sorprenderci vicini
e tutto questo solo per un veleno che nemmeno la raffineria di Sannazzaro
riusciva a processare?
 
Eppure, se di questo scrivo, t’amo ancora

Haiku & Tanka

1
Jun
 
Sei passione.
Pura luce preziosa:
diamante vero.
 
 2
Sole
 
Un fiotto solo
da ferite tegole.
Sanguina luce.
 

1
 Eroe
 
Nulla ti frena.
Spinta l’idea pura
scudo la fede
 
cedi nella battaglia
un odore di morte.
 

 

Attimo eterno

3182785

(foto di Diego Rocco)

Immobile è il tempo
nell’attimo eterno
in cui lo sguardo si posa
sulla vita che muore.
Lontano uno stormo
spicca algido il volo
nel silenzio ghiacciato
di un inverno infinito.
 

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