Scritto da © Anonimo - Gio, 15/04/2010 - 18:50
Dal palco arringando gli esuli
Eravamo becere vele latine
usati dialetti per alienare il vento.
Una lingua antica che sapeva mentire nelle andature
ai sobbalzi della storia.
Parlavamo di prua alle orde di conquista,
più che i candidati in urla dai muri;
avevamo intorno schiamazzi di nuvole grame
ed occorreva la fretta dei motori a scoppio
perchè si riguadagnasse la prossima piazza.
Eravamo beceri, becchi e controversi!
Fuori dalle fosse dei morti, corvi di borsa.
Era conteso l’abisso
e, sul tappeto d’acqua, sconveniente battere i piedi
provocando la roulette dei miracoli.
Ma il mare della gente muta, muta la mente.
Quando lei parlerà non basteranno mani
alle cime dei cuori.
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Scritto da © michelazanarella - Gio, 15/04/2010 - 14:09
Altro colore
Sentire tutto un mare,
il rosso di un profilo innamorato
dove il rumore di una carezza
attrae il mio essere fantasia
sopra l'azzurro di uno sguardo.
L' amore segue con labbra in aria
il bianco di una fila di sospiri,
nell'acqua l'ombra di un'eternità
mi rallegra.
E le vetrate blu della tua pelle
mi fanno vedere quasi
il sapore di un cielo intimo,
come se tutto fosse giallo
di sogno,
altro colore da far entrare
in noi.
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Scritto da © taglioavvenuto - Gio, 15/04/2010 - 12:52
Via Margutta
Nenia
strisciante sotterranea, vocalizzi al passo d'una storia brava
da ombre esagonali a squarcio
Battiti moderni
un fiore di farina a sgrano
Tornano pieni, e lune e alberi
sotto le colonne ad arco, centellinate a semitono
in si
torna la via Margutta
con i suoi pugni a diesis
quasi un fiore in mano prima d'incamminarsi a nanna
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Scritto da © Ezio Falcomer - Gio, 15/04/2010 - 12:35
Le sere che
Le sere che
pallidi i convolvoli
esclamano smeralda follia
si tingono i cuori
di un indaco serico
e madido amaranto
mi scorre
nel tacito grido
che anela
speziati cobalti d'ignoto.
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Scritto da © taglioavvenuto - Gio, 15/04/2010 - 01:41
Oltre le foglie inquiete
Una distinta, voce
passa, per la notte, liquida
discende, per la gola. Il tempo piove, sconosciuto agl’occhi delle primule
non ha fretta, oltre le foglie inquiete, i loro grani d’oro, adagia
il manto
Pieve di collina
rabescata e calma, di un mare verticale, dove le vesti sono dell’infanzia
e il grano
tenere le viti, bianche e dolci
e i massi, levigati dall’usura, spiccano
invisibili
Riflessi nella gamma
Porta
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Scritto da © Franca Figliolini - Mer, 14/04/2010 - 23:29
Azzurro
Profonda eco inatteso richiamo
come un chiarore si diffonde
nel corpo - le mani si aprono
gli occhi si spalancano
colmi di liquido stupore
Guarda come tutto si protende
si inarca fibra dopo fibra si apre
allo sconfinato azzurro
Eccomi sono qui toccami
Frantizek Kupka - Primavera cosmica I
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Scritto da © Pietro Roversi - Mer, 14/04/2010 - 22:56
Vaniglia
Amarissima la sfortuna di chi ne ha più di noi,
e meno anche, meno d'altro, di quante
tonnellate si ammassano per esserne poi
schiacciati (noi) svuotati (loro),
a catena, a catenina d'oro, a man bassa.
Ammazza anche male un domino gigante,
intossica peggio di un veleno, Blu di Prussia
e meno anche, meno d'altro, di quante
tonnellate si ammassano per esserne poi
schiacciati (noi) svuotati (loro),
a catena, a catenina d'oro, a man bassa.
Ammazza anche male un domino gigante,
intossica peggio di un veleno, Blu di Prussia
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Scritto da © inchiostroblu - Mer, 14/04/2010 - 21:05
Selene
(immagine presa nel web)
D’argento è il tuo incedere lento
quando la notte giunge furtiva
a placare affanni e sospiri,
mentre tu
fiera e solitaria procedi
col tuo improbabile esercito
di poeti, musicanti e sognatori.
Fedele
chissà dove,
un cane qualunque
si strugge d’amore per te.
quando la notte giunge furtiva
a placare affanni e sospiri,
mentre tu
fiera e solitaria procedi
col tuo improbabile esercito
di poeti, musicanti e sognatori.
Fedele
chissà dove,
un cane qualunque
si strugge d’amore per te.
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Scritto da © Bruno Amore - Mer, 14/04/2010 - 19:39
Colori sulla pelle
un ricamo ecru scivola
sulla pelle di giada lucida
con quel girocollo perlaceo
che scende tra i seni quasi
a segnarli meglio.
in trasparenze fini sfiora
le brune aureole pizzute.
labbra rosso corallo
divertite e schiuse sul rosa
che afferra l'avorio di denti
come perfette sculture
sposano quel sottile filo
cremisi evidenziato nel segno
nel decoro girovita del lieve
impalpabile perizoma
che non sottace, carezza
il lanuginoso bruno
custode di mille profumi.
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Scritto da © Bruno Amore - Mer, 14/04/2010 - 17:58
Tavolozza
in tutti i toni del verde
si spande l'erba sulle colline
per segnare i borri si fa scura
più pastello al sommo
incipriano le gote dei dossi
ai limitar dei campi
piumini di biancospino che
lasciando volare minuti petali
annuncia prossimi frutti
asprissimi blu-turchino
invade la pratolina fitta
i margini delle strade, rubando
spazio al giallo del tarassaco
e nei tratti ombreggiati umidi
di viola e pervinca occhieggiano violette
cremisi son fiori di susino
rosa di albicocco e pesco
candido virginale quelli del melo
sotto tutto questo azzurro
ch'è nel cielo.
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