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Poesia

D come Diga

Lascia che sia. Lascia
che scorra ampio e forte e potente.
Inutile la diga già piena di crepe.
Esploderà in mille frammenti
e tutto sarà travolto, sommerso
fino alle cime più alte degli alberi
creando un paesaggio di fango e acqua
cosicché la luce, quando torni,
si rifletta ovunque.

 

Temporale.

Oggi vorrei fermare le idee, i pensieri
che come cumulonembi si addensano
e si rincorrono impetuosi nell’anima.

Tira aria di temporale nel grigiopiombo.

Ho spento il sorriso da occhiali da sole,
non ho più bisogno di mistificazioni,
tanto nessuno leggerà nei miei occhi.

C’è  già abbastanza ombra dentro di me.

(I’m feeling so sad, but I don’t know why)
 

Dicono

Dicono che il sole è vita
la terra madre
che l’uomo sia figlio a dio
uscito dal mare
la sabbia bianca, rosa, nera, gialla

Quella voglia di andare

Quella voglia ardente di andare
e quegli occhi pianti che legano
lacrime al davanzale pudiche lì
come una sagola che s'attorciglia
alle caviglie e la rezza ancora vuota.
girare contro corrente, cigolante
ruota di mulino a macinare nulla
che valga un cartoccio di lupini.
Tuttavia restare il tempo corto
delle rapide crescite dei nidiacei
finché non stentino a prendere il volo
ma ormai senti fiacche le tue
resti al posatoio a guardare passare
la vita, ancora una volta e una volta
e una volta...ancora.

Guscio

 non mi è concesso di pensare
altro che questo
inseguire con la mente
improbabili assonanze
                                o forse reali
                                ma, ahime, quanto lontane

gli anni passano e voi continuate
ad aver paura di amare
ed io ad aver paura dei vostri silenzi

dove siete - occhi che brillano
                  mani che accarezzano
                  bocche che baciano

vorrei arrotolarmi come una lumaca
dentro al suo guscio
ma non c'è guscio
abbastanza grande
da potermi contenere


ago e filo

nella mia casa
ago e filo
sempre pronti
 
pantaloni da accorciare
da rammendare
 
ma io no, io
 
ci lascio i buchi
li tengo lunghi
 
anche se è inverno
e fuori piove
 
tra aria, polvere

Le parole

 
Ho vomitato fiumi di parole
Che scorrono via come perle lucenti,
che mi ricoprono di ghiacci perenni,
che mi riscaldano come fiamme rosse.
Ho vomitato fiumi di parole,
il ponte sottile
fra il mio cuore
ed altri spazi
 
                 Danila Corlando
 

Alle vie

Le vie, d’altra parte,
hanno percorsi più alti delle gambe:
rapiscono i fermi e se ne vanno.

Vanno giocando a pari e dispari la sosta.
Vanno di corsa, quando sfuggono ai portoni.
Vanno di gobbe come antilopi d’asfalto,

vanno prendendo frasi dalla terra
a dirci: parti, sopra di me un fagotto di ventura;
un’anima alle spalle che occasioni le rimonte.
 
Ha nuvole di pelle, ogni via,
e sotto quella, la stessa terra al sonno persa;
ma ai lontani, quelli che stanno negli accampamenti di memorie,
il sonno fa gl’incontri così che abbiano frontiere di risveglio.
 
Per ciò la via è maestra delle direzioni.
 
Non lo diremmo per ognuna. Questo ci suggerì
un viandate orfano d’arrivi.
Non tutte si raccordano a miliari di distanze.
Non sempre dall’incerto è l’impossibile.
 
Eppure affascina quel suo spirito oblungo
quando calchiamo il cielo a frotte
e a flotte il mare,
quando presi dall’invidia del libero percorso
facciamo rotte ai pesci nati
e ai nati con le ali, liberamente edotti.
 
Che dirne, dunque, se non ch’è traccia di attraversamenti;
e se la traccia è prima del cammino
ci dirà - la via - il valico-traguardo
dei passi in cui lasciare i piedi.

Pensieri e poesia.

Trasformo i miei pensieri in lettere
e le mie lettere in parole e poesia.

Distendo luce ove regna il buio dell'anima
apro con te e a te il mio cuore semplice.

Adesso che amore si trasforma in passione
ora che passione si trasforma in desiderio.

Lascia che ti sfiorino i pensieri miei
che le mie carezze ti donino emozioni.

Fa che i miei baci siano fonte del tuo piacere
e che questo amore risplendi di vita propria.

Lascia che l'universo intero gioisca di ciò.

Rendi partecipi le genti e i comuni mortali
che queste sensazioni non si son donate mai.

Atlantis

Come una farfalla zoppa.

una farfalla zoppa a cui manca un’ala
non può volare e si sente sola
nel giardino fiorito profumi inebrianti
come richiami irresistibili tormentano
il suo zoppicare stanco sullo stelo
e lentamente sparisce dal suo sogno
la primavera

come il tuo amore azzoppato
non può camminare su una gamba sola
necessita la stampella del mio cuore
così consumiamo un amore saltellante
che non rispetta stagioni
e negli alti e bassi uccide le ragioni
tra le spine
 

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