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Poesia

E poi c'è sempre il mare

e poi c'è sempre il mare
il lucido specchio in cui m'immergo
l'odore salmastro che riempie le narici
e allarga il respiro
 
l'orizzonte che mostra la sua curva perfetta
nell'arco che congiunge gli estremi
di verde e azzurro teso
 
                 la freccia pronta a scoccare
                 la rapida ineluttabile parabola
                 diritta verso il cuore
 
 

Alle tempeste

Se non fosse per questo lago di sole
(oggi il cammino si scioglie lento)
restituire le note al buio

Malinconici i poeti


.
Come grigia coltre
le nubi a volte
di pioggia vestono l’umore.

Malinconici i poeti
valicando le stagioni della vita
s’allacciano agli aromi dell’autunno.

Nostalgiche visioni
proiettano attimi di chiarore
gli altri, il mondo
inconsapevoli fiammiferi
dolce fonte di tepore.

E nemmeno un po’ lo immaginano
d’essere luce e accesa
a volte grande ispirazione.

Nascono così
parole intinte in pregiate essenze
d’oli crepuscolari e languide assenze.

tiziana mignosa
marzo duemiladieci

Gerico

le tue parole hanno sgretolato
il mio muro di indifferenza
cattiverie corrosive come acido
pisciato contro l’intonaco
hanno  impietose messo a nudo
la mia barriera di calce e sassi

ora sto spazzando le briciole
del mio superego sconfitto
e soffro, finalmente soffro
libero da artefatta corazza
mentre il mucchietto di sassi
affoga in un mare di lacrime
 

Cento pani

Con borracce d’acqua
di fonte cristallina dolce
m’hanno mandato ieri
pe’l deserto di luce accecante
sassoso e senz’altro riparo
che un cappello pieno di sogni.
Con cento pani fragranti
ho pagato pedaggi qualunque
a chicchessia per traversare
l’arsura di bisogni inappagati
e con cento frutti furati altrui
ho deliziato il palato secco
di voglie aliene tormentose.
In cento giorni ho consumato
l’unghie ricurve arcigne, forse
per cento anni non avrò pace.

Aria, soffoco

ho bisogno di azzurro, aria pura, di ossigeno
in un tempo dedito a mille mistificazioni
che spalma tutto e tutti come marmellata insulsa,
annaspo cercando di salvare la mia identità

non voglio assomigliare a niente e nessuno,
non voglio vivere in eterno in una camera iperbarica
nonostante il peso opprimente dei molti lustri
troverò la forza per riemergere dal guano

con la testa libera, sgombra da coercizioni
annuserò l’azzurro del cielo e respirerò aria pulita
 

Pensando

Pensando, rivedo canne sfilacciate
un fiume già pietraia
rondini sempre in ritardo

ma anche roseti a maggio
gambe nude alle ortiche
pur di essere carezzate

La mente sa riconoscere i suoi danni
rinverdisce gli autunni
rende la sillaba mancata
a una domanda

Oltre il pensiero, cè questo bisogno
di riprendere il viaggio
a fiato corto  
tendini ossidati

ma cuore aperto
ad ogni abbraccio

Aetos

Vorrei un giorno di refoli di luce
d'azzurri spasimi di niente
e planare su nuvole
gonfie d'elettrico e d'immenso
aquila

dominare cime e urli di baratri
con occhi che sanno
l'orrore e la bellezza
della storia

berlo, il calice
come un andare a scontro di schiere
a bolgia
di furia ed amore
a dolore attraversato
e vedere.

Oltre tutto

Vagava diritto
il pensiero
nel cosmo
spuntando dall’angolo
di una coscienza pura.
Oltretutto c’eravamo
quel giorno
nel ricordo di ognuno
oltre il fragile e l’inatteso
oltre il sacro
oltre tutto
c’eravamo noi
e loro compresi
i nati
e i non nati
sotto quella piccola foglia
che in subbuglio disse:
amiamoci.
 

Sempre ansia

Ch'è vento dell'anima
il messaggero della mia
viscerale malinconia
lui che gira l’universo come la vita
ognora la percorre la gela la scalda
la spazza senza ritegno
trasporta pe’l mondo le nubi
gravide di pioggia impossibile
qui là dove l’umanità
lo prega o lo teme.
Me la porta via alquanto a volte
ma lei presto ritorna quasi pentita
o io nella frettolosa gioia di vivere
ho tradito il sollievo
e lui con gli altri fratelli cardinali
girando senza meta a disegnare
spirali gigantesche di un eterno agitarsi
come un’ansia infinita di vivere
me la riporta.

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