Poesia | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Poesia

11 Marzo 2004

Hai sentito anche tu
quel brivido dentro
quando le strade di pianto
si riempirono 
e da Alcalà a la Mayor
di sangue
come fiume in piena
il letto fu Gran Via
che scorse profondo lungo la metro
poi risalì ad ogni stazione
e Puerta del Sol mai fu vista così
che la gente piangeva
e s'abbracciava... ricordi?

E qui il telefono suonò.
Milleseicento chilometri per dirmi
"Noi stiamo bene"
e poi un pianto prese il cuore
Soltanto tristezza. Profonda tristezza.
E scorse il pensiero al verde Retiro
alla Castellana... le passeggiate... il sole.

Duecento fiammelle che mai spegneremo.
Dentro di noi un profondo rimorso
un brivido che ci porta via.
Ancora una volta sbagliammo
da Malasana a Alonso Martinez
da Lavapies alla Latina
dal Rastro a Casa de Campo
avremmo dovuto poner 
en entredicho
ma troppo in fretta abbiamo aperto
le nostre braccia.

E questa mattina da Aluche e Moncloa
ognuno di noi dentro al cuore
ha un bus che triste riparte
...per Calle Melanconia. 
 

Era di Marzo

Era in una giornata come questa
dove la canizie del tempo morente
gelava anche gli ultimi sguardi
e la tramontana come scorpione
avvelenava le attese di tempi migliori.

Labbra serrate trattenevano a stento
parole affilate come sicari in attesa
di guadagnare la mercede promessa.
L’addio fu facile, ne bastarono poche
le altre si sciolsero al primo sole.

Rimasi lì, statua di ghiaccio e sale
la pelle bluastra a contemplare il delitto
mentre un ultimo refolo spezzava
con una eco di suono metallico
stalattiti cristalline appese alle mie ciglia.

Era di marzo.
 

Percorso

 può darsi che sia così
che ci sia un percorso una strada un sentiero
su cui siamo e camminiamo
                              in posizione eretta
scalciando sassi verso il ciglio erboso
immersi nella noncurante bellezza
noi e gli altri da noi
col fiato corto e gli occhi bassi

ma io sono di quelli che rallentano la marcia
che prendono il sasso in mano
                         e lo guardano a lungo
che alzano gli occhi alla vampa del sole

ma sappi che non l'ho voluto
non ho voluto niente
non ho voluto niente mai

solo, accade e sola sto
poco prima della svolta
dove la strada si perde e noi con lei

Ci colse

Ci colse il battito di una goccia
scivolata lenta,
sulle orbite addormentate della notte.
Nell’ora senza tempo di un rimpianto Leggi tutto »

Madre...

Immagini sepolte
in uno sciame di ricordi,
ma tu vivi ancora in me...
Sottovoce ti chiamo,
dolcemente rispondi...

Chiuso
in soffitta
ho
la folla d'emozioni
che,
i lustri non scherniscono...

Intatta,
serbo ancor
la tua memoria e
con le mani afferro,
come carezza al vento,
i miei lontani dì
che indietro
il cuor riporta...

Se io fossi...

…e se io fossi una bolla d’aria
vorrei nasconderti tra le parole
per ritrovarti in un attimo quando ti bacio

…e se io fossi la parola che ti sta accanto
ti cullerei fino al dolce approdo
per svanire poi nell’incanto dell’emozione

…e se io fossi te mi ameresti così come sono
non svaniresti nell’aria con le parole vuote
e resteresti con me anche dopo l’amore
 

La versione della notte di un violinista monco ai gamberi

Il mare articolato
verbalizza le strane circostanze della zattera.
 
Senza deriva, a dismisura il senso.
 
Al centro, il foglio della luna - argento liquido ora,
argento fossile in alto - libera i pesci dalla presa.
Sono leggeri;
nel loro fondo, un nuotare illuso si squama.
 
Anche il mare perde voci
se trattiene le parole
al filo e all’uomo;
berchè in mare non si parli
e non si chiede troppo, si disfa spesso l’onda.
 
Poi di colpo, quand’essa ferma,
un gomito e un suono.
Tra la costa e il largo
spesso accade l'orizzonte nuovo:
 
vedessi l’ansa! Un archetto andiriviene
da una qualche insenatura con un violino tutto suo:
è l’onda - esclama, - è l’onda che riforma
tutte le sue onde che lo increspano.
 
Per quote al foglio liquido un gambero irrisolto.
 
Incrostata alle rocce e ai dubbi
sta il peso della notte che addormenta incauti.

dedicata a Franco (Essiamonoi)

Come forbice

Forbice di vento la malinconia
recide i sogni e della fantasia
fa cosa morta, solo nostalgia.
Non li rivive dentro un coccio
raro o un cristallo ch'è soffiato
a bocca, quando son tagliati
la schiena della vita è rotta.
Il tempo lesto viene rintocca
c'è la valigia da far, chiuderla
mentre il giorno cade nella sera
presto la notte ti si stende accanto
e il pensiero diventerà chimera.

Sto cercando l'anima mia

Si dice: chi cerca trova.
Ho trovato le chiavi
di casa psiche,sono felice:
La prima stanza
che ho aperto
grande spavento
c’era acqua stagnante
coccodrilli impazziti
con corazza di scudi
coda robusta
testa depressa
la bocca armata di denti.
Orribile scena
pensavo di trovare
anime quiete.
Brr...brivido freddo
grande sconforto
veder quelle anime in pena.
Chiusi la porta veloce.
D’improvviso ho ricordato
che al corso di psiche mi disse:
attento attento Renato
ad aprir quelle stanze
ci sono ogni tipo
di anime sparse
consiglio prudenza prudenza
riprova non arrenderti mai
apri le stanze
le chiavi le hai.
Aprirò quelle stanze
troverò l’anima mia
e tante anime ancora
come Afrodite
Dea dell’amore
anima pura.                                                     
 
                   Renato Finotti

Oro et laboro d'amore

Ti adoro odoro mio oro di vulva
cerbiatta ai prati d'inchiostro saraceno
mia torre del libano intrisa
di magma di rame schiumoso
feltro d'astarte
esanime mi induro
e odoro tuo oro di schiava razziata
mantide del mare
che in ossimori di fiati
pervade mio lavoro
il mio sordo cantare
da grondaie d'amore.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 3 utenti e 8225 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Ardoval
  • Virgo
  • live4free