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Poesia

Ninna nanna tutta d'un fiato

non credere sia vero,
non sei diventato saggio
e’ che non hai il coraggio
di essere sincero

così copri le spalle
parlando di esperienza
ma in fondo hai capito
che è solo la coscienza

dei limiti  del tempo
di voglia di lottare
di battere la sorte
sapendo ancora amare

la vita anche se spesso
ti ha preso per il culo
soprattutto adesso
che sbatti contro il muro

del tempo per finire
quello che hai iniziato
prima di veder morire
il giorno e senza fiato

addormentarti stanco
di aver mostrato il fianco
alla vita gran puttana
che solleva la sottana
 

Canti unnici

Cosa ne dici
degli oleandri tagliati di fresco
cosa ne dici
della sorpresa delle madri sventrate
fu lavoro fatto con cura
tutta la steppa ne applaudì
non cantarono le foglie
come le trombe a Gerico
ma il vento ci disse il suo
orgoglio.

Prime burrasche

Agli appuntamenti d’ amore
per l’arsura, correvo tremante
ghiotto di profumi inebrianti, contatti
frenetici eccitanti.
Della bruna gli occhi nocciola
spiritati, ingordi di novizi maschi
odorosa d’ intimi bagnati, palpitanti.
Della rossa, color gatto i capelli
con efelidi graziose dappertutto
capezzoli lampone maturo e
le cosce candide, lunghe, sode.
La silenziosa, timida, introversa
che metteva nastri bianchi
alle lunghe trecce brune, a
frustar l’aria per si o no piccosi
dalle braccia avvolgere si lasciava
e puntava decisa, il pube indagatore
contro il mio, da tanto tempo teso
Zazzera, dalla frangetta nera
mi portava via. La figlia di Valsugana
creola si diceva, la più bella del rione
di lei l’incarnato scuro, i lineamenti
fieri, il cipiglio vibrante come vento maestro.
Diventavamo due febbricitanti, nei mutui vezzi
là dove l’eccitazione vuole la frenesia
e abbandonarci poi come in eliso.

Gran Via de Madrid

Si sbelicano di luci
efelidi di folla
la polpa di adamitica polvere
nelle umide sere dei magi
è calda questa polla
di caos calura lojura
evade mia canzone
da lordura
e da altura eremitica
come un lorca rinato
dalla cura della Storia
nello struscio agorafobo
ti bacio ti calmo
col mio mantra di carne
mi perlita de labuan, rebelle
allo sterco di trono ed altare
mio rosario di allegro martirio
corsara di cuore e di pelle
guernica dove piove la gioia.

Luna tu

Bugiarda è la luna mi dissi
ma al mio sguardo non mentì mai.

Ha accompagnato i tuoi sogni
che nei miei pensieri
s'immergono e fondono.

Nelle mie ore e nelle tue verità
complice amara che t'ha veduta
distante e ora a me accanto.

Devota e perenne nel suo corteggiare
così lei guardando ch'io non possa
dimenticarti mai.

Atlantis

Pronta a risalire

Mani dal cielo efelidi di speranza
costumi di nuvole che avvolgono la stanza...
 
Come altalena di sogni mi trascini, Mondo
nell'andirivieni di pensieri e aromi di parole
Di ramo divelto son le rose che mi accingo a cogliere
sedendomi sul lastrico di percorsi impervi.
 
Con l'ombrello nascondo le angosce
e paro le lacrime di un cielo grigio.
Ho la giacca intinta nell'acqua
e capelli spessi da baciare,ma
nell'ombra vedo le mie gambe lunghe
 che possono ancora camminare.
Ho ancora i muscoli allenati
e salti da gazzella...
Aspettami vita! Son pronta
a rincorrerti tra gli ostacoli del cuore.
 

Cavalli dell'anima e del cuore.

Quei cavalli laggiù, grigi, neri
sulle dune, dalle cui criniere
il vento caldo t’investe di profumi
forti di animalità, d’arsura ardente
galoppano nella mente, alzando
polvere di passato e corrono
verso l’orizzonte delle aspettative.
Pure i miraggi esalano col calore
delle sabbie, lasciandoti interdetto
ancor prima di capire.
Mete agognate, difficili e lontane
per il viaggio di una vita
attratti da Circe, ancorchè dubbioso.

___________________

Su cumuli nembi
come cavalli di fiaba
scorrazzo nell’azzurro
di pensieri nani.
torno nel tempo
lungo il vivagno
di ogni età, quasi
la pubertà assolvere
potesse dall’inadeguatezza
d’esser oggi capace.
E se il drago dentro
morse sanguigno ogni
momento della crescita
e più della paura poté
l’indolenza, cospargerti
di cenere il capo ora
alla psiche non ridarà la pace.
Resta spronare i fianchi del destriero
mandare un segno di riscossa.

Il profumo del silenzio

Un mattino di ottobre
può sapere di pane croccante
di rugiada che imperla le scarpe
mentre l'alba si cambia di pelle
 
una pioggia può scendere quieta
e indugiare nell'aria come fumo di pipa
ma la fame, quando è sazia la pancia
ti sospinge comunque in cammino
 
Non mi serve guardare il colore del cielo
ce l'ho addosso a mutarmi le vesti
a impregnarmi la pelle come olio di cedro
come mosto affinato nei lunghi meriggi
 
il silenzio non è mai abbastanza
ci vuol calma al fluire del sangue
per udire gli sguardi che dal verde ormai stanco
vanno ancora indugiando su quell'io vagabondo
 
Siamo fatti di pane e di luce compressa
e l'ottobre che bussa alla porta
non è un morto sorriso che regala illusioni
ma un crepuscolo che si fa arena
 
palcoscenico umido e fresco
senza posti a sedere o sipario
ma il comune bisogno di stare a sentire
tutto quel che ha da dire il silenzio
 
Perchè l'eco sommesso di una cosa taciuta
non incide i suoi segni nella scorza dei giorni
ma nel liquido canto del profumo del pane
ogni cosa è già detta
 
e conoscerla puoi.

Cose Così [briosa]

Non é colpa mia

Non essere impaziente,
ho da fare.
Non è colpa mia
se hai sbagliato data
sul tuo calendario.

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