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Poesia

L'alba di un nuovo giorno

Aveva pianto
guardando il cielo
scuro della notte
dove nessuna stella
si era affacciata
 
Nel buio
quelle lacrime
bagnavano il viso
dolce e fragile
della ragazza
persa
tra i pianeti
sconosciuti dell'amore
 
sola
tra lenzuola
calpestate dalle genti
 
sola
pensava d'aver perso
la sua battaglia
non sapendo che oltre
quel confine sottile
regnava
silenziosa
l'alba di un nuovo giorno
 
l'amore fa sempre il suo ritorno !
 
 

Alla risacca pensa il mare - 2

A quasi giugno il quasi oceano
apre per rinfresco
temendo un certo maggio.
 
Si fa più ampio il golfo e sale;
assume un tono di accoglienza
chiaro alla spiaggia
come in costume e dotto.
 
Niente parte dalla costa.
Nessuno sguardo nuovo ammara.
 
Fila la vela, fila se penso.
 
E’ passato il vento:
camminava sulle nostre gambe.

Noi

Noi
Sotto un cappello
grondante di pioggia
gli sguardi radicati,
il cuore,
una pompa idraulica
impazzita.
Di lampi d’amore
lividi.
 
 

Sospensione

tempo elastico
passato < presente > futuro
gli orologi molli di dalì
tempo-sospensione l'aprirsi del fiore
tempo di blake
sospeso nel balzo
lucente della tigre
tempo diluito non-tempo onirico
tempo dilatato che
scandisce deliri di luce
in una tela di van gogh
tempo sospeso
immobile indolore
felicità animale

Limerick (nonsense/licenziosi)

 
4.
se del posto ch'è dietro, parli grasso
sempre c'è, chi vorrà tirarti un sasso
davanti è cosa nota
solo versi lei annota
so d'esser spesso, peso più d'un masso.
 
 
5.
 come non s'accorge in cotanta spocchia
avere appesi i seni alle ginocchia?
scodinzola per la via
e voglio dir bugia
son belli i suoi capelli messi a crocchia.
 

L'amore

 
è quel frutto maturo
semplice chiaro come un avviso
che piano lo mordi
con le labbra appena
e il succo, dalla bocca
dolce come un pianto
va a impiastricciare
le pieghe d'un sorriso.
appena sfiori
con lo sguardo il viso
sentir quello dell'altro
raggiungerti preciso.
ricordi complici di tempi
pazienti nell'attesa
gioia per minimi gesti
e casomai giusta non fosse
non fu mai pesa.
è mosto che ti inebria
reca pensieri vivaci e sensuali
ti vellica la psiche e zone neurali
lento così tu, la giacca appendi
ella lenta si sfila un guanto
quando l'avesse e intanto
coi visi tra le mani
i corpi lievi accanto
caldi d'un tepor che certamente sanno
lisci come velluto, ancora danno
languida dolce gaiezza
non è vero bisogno
semplicemente incanto.

Anno Domini 1181

Dieci anni che il mio filo si fa seta di lana
al colore del muschio verde
nell’attesa guardo ogni istante che passa
oltre il monte e nel profondo di queste valli.
San Giorgio dal pendio dove il verde è più verde che mai
suona una campana lontano.
Tutto si scalda soltanto a sognare che tu
sia lì dove sei pensando a noi.
 
Dieci anni un ricordo che mai si opaca al tuo sorriso.
Ogni anno rinasce ogni volta
nella speranza estrema d’averti con noi.
Capovolgo e ancora di nuovo capovolgo
le ore di sabbia che lenta scende
tra il vetro stretto del canale.
Lune, pollini, soli e foglie di maestrale
a soffiare sulle ventane sfaldando profumi lontani.
 
Verdi primavere sempre stese ai fiori
soffiano i colori della preziosa pietra d'Assiria e Babilonia.
E dalle mille stelle a infiniti orizzonti
perduti chissà dove
la tua voce da Oriente è un sussurro notturno solo per me.
In mille e mille sere rimaste buie
come perse notti fredde
profondamente vissute le ho accanto a te che mai ci sei.

Di lei.

Lei mi ha aperto e mi ha uccisa
lei mi ha strappato a me stessa come una poesia
e io la vedo che mi sorride anche se è lontana.
Lei mi ha baciato le lacrime e le cicatrici
e non so come dimostrarle il mio amore
mi accompagna dappertutto e mi lascio guidare
sono una bimba che ha paura a sfiorarle la mano
e la guardo da sotto i ricci arrossendo e sorridendo.
Lei certe volte è triste e io non so che fare
il cuore mi diventa roccia e punge
vorrei tanto abbracciarla e raccontarle di lettere morbide
è grazia sensuale e ruvida scogliera.
Lei è il vento e il mare
è la livida tempesta che piange confetti porpora
[è il violino che ti rovescia il cuore]
la mia nube che avvolge e che dolce mi accarezza la pelle
mi dice guarda osserva senti e mi zittisce col dito sulle labbra.

L'Ombra non vuole pensieri

Abbiamo un sangue da mostrare
un sesso fluido e mai turgido
che pure ingravida e feconda
e non si sa quale piacere provi
 
a dare vita a congerie di parole
in quest’idea di labbra amare.
 
Ci mosse da quel nettare di fango.
 
Ci mosse uomini osservanti simmetrie,
le stelle superiori, i conci affranti.
 
Le misure esatte di questa valle, la sazietà
delle risposte.
 
Ma ogni cuore ha una certa tensione.
Il suo volume minimo pesa la paura
dalle vene del futuro.

Alessia alla sorgente

Acqua azzurra a dissetarle gli occhi,
Alessia nel sembiante vede solo
quel liquido lucore e trasale in forma
di ragazza, in natura vegetale campita,
tra querce, salici e magnolie.
Viene nel tempo della storia dei baci
dati a Giovanni nel 1984
mistica comunione di salive e 
il cielo si fa immenso nello sguardo
e tutto accade, l'amore con Giobanni,
la tenda aperta sulle cose
del campeggio immaginario nella radura
del tempo fino al tempio o al
giardino segreto trascritto nel diario.

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