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Diagonale
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L'Ipop di un carillon
I più spiriti, lucente la tortuosa edera
via opalescente al conforto una
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Confessioni (dalle Confessioni di Sant'Agostino Vescovo di Ippona)
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Dita nel naso
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Tale un urlo
A volte succede
di lasciar andare la voce
trattenuta per tanto tempo
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Riunito è tutto ciò che vedemmo, a prender congedo da te e da me:
"il mare, che scagliò notti alla nostra spiaggia,
la sabbia, che con noi, l'attraversò di volo,
l'erica rugginosa lassù,
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Ma di astratto
Di me
se gli occhi, ancora torbidi dei tuoi vari pianti, esprimano solo circostanze
parla
di me come cristallo.
Non di slanci. Astratto.
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Dal dolore?
Ho letto nei tuoi occhi il disprezzo:
quello che non sa le facce dell'amore.
Povera mia diletta
potrai mai immaginare quanto ti ami
quanta vita ho in me
quanto cieca sei
che guardi altrove.
Dal dolore?
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Baccanti (Euripide)
Memoria: epifania.
Cinta città di uno stesso piede
assenza-furori.
Avvenuto presente vocati a chiazze
[eroico profumo].
Un vaso françois versato
alle vocali di tenui stagioni.
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Ha forse un'anima
Ha forse un’anima sua la gialla leggerezza
della polvere, bacio che sprofonda nell’evoluzione, s’allunga in gola.
Non può ritorcersi
la bellicosità di crete: fumi ricondotti alle narici.
Quando ci arrivo, le forme danzatrici
librano
l’aria svuota di punti le distanze, misero e splendido
la carne mi diventa umano
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