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blog di michelazanarella

Notturni di mare

 
Parole fuse
a respiri lievitati di polvere.
Trasparenti sguardi
lasciati a gocciolare su fili
d'innocenza.
Chiedere il niente
per avere tutto tra le tue braccia,
nutrirsi di pane e colore
sciogliendo il tempo
in un bicchiere di vita.
Conoscere a perfezione
la mappa della tua anima
e i luoghi segreti
di tante verità incomprese.
Amarti,
e poi ancora amarti
scrivendo per te
 pagine di poesia
e notturni di mare.

Chi ama

 
Lontana da te non esisto.
Il saperti sul mio seno
in un angolo a stendere il tuo azzurro,
è necessario come un susseguirsi

Nella stanza dei desideri

C'è una parte d'amore
che si moltiplica
sotto un pavimento d'ossa
e poi gioca con un popolo
di respiri mai uguali.

Alla città dei sensi

 
C'è pelle che prega
carezze vestite d'amore
e nei sentieri rosa
incide il suo destino.

Siamo..

 
Siamo ciò che vuole il cielo, uomini destinati a convivere con le nuvole.

Io nell'amore

Io nell'amore,
in mezzo ad orti di fiato
rivelo agli istinti umiltà.
Sempre un brivido senza vento
rincorre pianerottoli di voce
dove la notte insegna un chiudersi
di labbra agli orizzonti.
Mi chiami il torrente
al mistero sacro del piacere
contro il fusto d'occhi e gelsi,
mentre le pelli giocano in grido
alla verità dei bambini
come aromi innocenti al primo
passo in sogno.
Ciò che le ciglia attendono
è l'incantesimo di un seno in agguato,
assorto tra metallici riflessi
di una schiena che cade aggredita
dal vapore d'ignoto.
Ho sceso i destini tanto simili
all'irrequietezza del tempo
e nell' affrontare la luce
ho impedito che il fuoco
uscisse dalle nostre unghie,
dal nostro palato.

sterminio

 

 Svuotate le ossa
d'ogni arteria di vita,
s'è rifatta il sorriso
la morte
nelle reliquie d'ebrei.
Quanto sangue all'orecchio
del tempo,
quanto odio senza misura
dove furono i campi.
Fumanti camini
a sgombrare nuvole,
urla, campane.
Fra gli inganni fa concerto
l'orrore.

la casa degli istinti

La linea del cielo
risciacqua una poesia
nella tua voce.
Io sto in ascolto.
Con il cuore da bambina
soffio l'infinito che si specchia
nell'aria
e rinasco nel sughero della tua bocca.
La casa degli istinti è vicina,
sotto la buona pioggia di un tremore,
dentro l'onda giovane di uno sguardo
senza misura.
Le mie labbra nascondono fulmini,
una sequenza di baci illuminati,
l'ossessione paziente
di un amore che copre intere stagioni,
zolle, orizzonti.
Cade passione su tutte le vene
e così vivo e ferisco di gioia
il fondo della memoria.
Ti vengo a cercare nella capigliatura
dell'anima e
ti trovo rugiada che veglia
piacere eterno sul pavimento
degli occhi.

Natale ai davanzali

In ginocchio ad una terra paziente
voci di reliquie illuminate,
focolari di braccia felici,
Natale ai davanzali.
Abeti come torrenti
in festa
e sopra i tetti un'allegria bianca
a giocare un dicembre
che tuona di ghiaccio.
I miei capelli hanno visto.
Hanno visto
comignoli sorridere a passi veloci,
un fanciullo nascere
per secoli,
Natale ai davanzali.

ancora delle follie

Non mi lascerete
in questa pelle
in mezzo a luci di conchiglia
a girare su profili di cielo,
con un silenzio da schiantare
nelle astuzie della polvere.
Toglietemi la vostra giacca
d'incenso,
il furore assurdo,
l' intreccio di logiche assenti.
E' covo di lampioni
e di tendini sacri
il grigio che sale in labirinto
agli occhi.
Dal nulla una formica
di sangue
parla al cemento robusto
della mia mente.
Ancora delle follie
a fecondare saliva
e l'urlo della sorte.
Quando il corpo si stacca
dalla sua sabbia
la mia natura si sgretola
e la ragione m'ignora.

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