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blog di Ezio Falcomer

Mattina

Cos'è che rende fragile
questa mattina d'inverno?

Sciamano silenziosi
veicoli tiepidi e signore anziane
domande mute bussano al cuore
voglie non cresciute

il cielo risponde un cieco biancore
senza angeli e senza calore
la vita è questo timido ribollire

Tu mi fai essere

Tu mi fai essere
cauto scavo nella tua voce
enigma tremore silenzio
sei creatura d’acqua
di sorriso
di nervosi refoli d’ombra.
 
(Gennaio 2008, dalla raccolta "La vita picara")

Seta e agata

Come se tu fossi qui
a spellare con me
gamberoni e aromi di sguardi

come se tu non fossi andata via
su quelle rotaie di ignoto

parlare l'amore ancora, ballare
alla luce di mani
intrise di olio e tocchi yin e yang

rubare arcani e sillabe alla notte
con rabbia averci e stordimento di onde tenui

E/Scatologica

Sull'asse della memoria
mi aggrappo
si stemperano gli arcani maggiori
ovipari di sensi e di storia
armigeri di eventi

Olanzapina

Sbroda una plebaglia d'inconsulte forme
in licantropa frenesia

la giostra del mio cuore
vuole andare oltre
sempre e comunque

acuminato dente si conficca
a stridere il mio sonno
la notte per amica e la caccia
ad imprese urgenti
bulimia selvaggia
spiaggia di fuochi accesi

solo una molecola per limite
e la mia saggezza
di reduce di sbarchi e liquami

solo una molecola e sinfonie di pagine
e voci
joker da scena
puttana di lungo corso
briccone trickster
sopravvivere comunque
a ogni sghimbescio
a ogni perplesso sguardo
di suocere madri mogli
piccolo borghesi
di vilipesi padri suoceri
zeri di fallo, di ordine ossessi
azzerati e sorpresi
dal timballo del lessico

solo una molecola
e il combattere allo stremo
con la morte per amica
e una fica d'ossessione

e il miracolo di amore
e la luce
che ti invade alla fine
come un alzarsi d'aquilone.
 

I misteri di Torino

(Turin Rive Gauche, 19-11-2009)

Sì, ma non si può! Uno fa uno spettacolo in una delle più rinomate café library del centro e nel dopo si rifocilla sfogliandosi una Szimborska, un Lucarelli o un Mac Cormack; e si trova la tipa che gli serve la caipirinha, mora, jeans attillatissimi e risparmiosissimo corpetto nero allacciato a fatica stile café chantant, pelle abbronzata cioccolato, fianchi adipeggiandi il giusto e in ampia mostra per produrre un sufficiente ondeggiare tremolante arabo alle notti d’oriente, che si balla una techno batucada ancheggiando come un’ossessa tra una pausa e l’altra della produzione del cocktail. Che il Picaro non sa come trattenere la bava che gli scende copiosamente, e la sua collega di palcoscenico, venuta da Milano, che gli dice: “Cavolo, ma Torino è veramente una città raffinata, piena di insospettate offerte e attrazioni”. (Sti cazzi! Per forza! Adesso il Nostro proporrà una gestione beni culturali d’avanguardia alla Biblioteca Nazionale Universitaria. Prestazioni lap dance nell’attesa, al banco consultazioni e prestiti). Ma sì, è chiaro, bisogna ampliare e articolare l’offerta culturale e turistica con appropriate strategie di merchandising e intrattenimento. Proporre un gemellaggio Las Vegas - Torino? Ramblas – Murazzi? Montparnasse – San Salvario? Comunque è una grande vittoria vedere i pellegrinaggi milanesi sotto la Mole, i giapponesi che si fanno le foto davanti alle vetrine di Benetton e Armani in Via Roma, il giornalista di Glasgow che ti decanta Vallette e Falchera come aree di potente materia di ispirazione thriller hard boiled. Eugene Sue sconvolse il suo secolo coi “Misteri di Parigi”. Il David Martin de “L’ombra dell’angelo” di Zafon scrive i grandguignoleschi “Misteri di Barcellona”. Venusia, Sasha e Ramona, le tre stangone trans operanti sul corso vicino casa, saranno i ghost writer ufficiali del Nostro nella stesura de “I misteri di Torino”.

Chele d'amore

Sequele di aromi
umori estasiati
tutto mi porta
il vento di vita

un flutto sommerge
miei malati sapori

le chele del tempo
brezze sciupano e faville
al macero di gloria
di boria ostinata
ma non il cuore che ama

singulti di stupiti cantori
si diramano a radure

e l'amore è ormai
mio vizio e mia aria.

(dalla raccolta "La vita picara")

Lotta ctonia

Tace l'erebo monarca
domina
soggiace proserpina
irta di sterpi
di schemi di male
nero frantuma
prede
il letto di stige
illude i prati
dove fiori malati
spingono per vivere
spingono combattono
gli obbrobri
dello
scurrile tiranno.
(dalla raccolta "La vita picara")

Mora d'amore

Mordimi
amore
stasera
respirerò
aroma
di
araba
morte
in te
amara
orchidea
sapore
di
mora.

(dalla raccolta "La vita picara")

Lago e forme. Canto onirico

Scoria di anapesti
ritmi e sambuche giacenti
ilarità di egre consonanze
pletorici vocalismi e sciancati

tutto si raccapriccia a questo sole
che ha sulla fronte
freddo chiasmo di notte incipiente
che ha mani lorde di terra
da battigie raccolta di isole australi

soppalco di ipotiposi e ruggiti
d'ispidi florilegi, arricci
di luride verminaie

s'intreccia, la poltiglia, con ali di farfalla ossidate
con barche dai nodi troppo distratti
naufraganti lontano dai moli celibi
verso il centro di un'acqua liscia di piombo

fuga di salvezza, escamotage
attendono
le sibille che più non sanno
cos'è silenzio, il canto cos'è

vapore, ruvida coltre
si accalca in riva al lago
si raffredda, tutto, a raggi di stella nana
che ha esploso espulso
miliardi di anni
ventagli d'idrogeno, metani mefitici

ora è tutto un piano
vuoto, silente
oblio disteso, azoto muto.

(dalla raccolta "La vita picara")

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