blog di Bruno Magnolfi

             

             

             

             

             

           I ragazzi si erano stufati in fretta di giocare al pallone, così si erano seduti sopra al bordo di un marciapiede poco lontano, tenendosi le ginocchia con le braccia e parlando sottovoce delle loro cose. Il babbo di uno di loro era passato poco dopo con la sua auto scarburata, aveva abbassato il finestrino e lo aveva chiamato. Lui era corso via e nel giro di

            Resto qui seduto, in questa sala d’attesa con le luci al neon in alto, ed osservo a lungo le mie scarpe per evitare lo sguardo della bella ragazza che mi siede di fronte, su una poltroncina proprio uguale alla mia, notando ad un tratto che anche lei si scruta le scarpe ogni tanto, persa chissà dietro quali pensieri. Oltre la porta bianca con la maniglia lucida c’è

          Alberto resta seduto su una panchina ad osservare il traffico lungo il viale di fronte a sé. Poco distante c’è un grande palazzo di uffici inaugurato da poco, lui ne osserva la grande facciata alla sua destra, ed elenca con gli occhi la fila di alberi identici che costeggiano il largo marciapiede, chiara dimostrazione di quanto importante sia riqualificare

Sto da solo in questa mia cuccia calda, e penso a tutto il mondo che lentamente continua a muoversi, a girare indifferente per conto suo, senza che questo abbia minimamente qualcosa a che fare con le mie idee, i miei propositi, la mia maniera di essere. Certe volte, senza che ne sia preoccupato, sento che qualcuno cerca di tenermi d’occhio, aspetta solo che io