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blog di Bruno Amore

Misterioso lutto

Eolo scodinzolava sul campo di grano giallo, sorvolandolo veloce creava mulinelli di spighe, quasi vive. Si avvertiva un leggero fruscìo, dai margini, il cozzare della seccia e dei chicchi maturi. Il fluire dell’aria umida non recava sollievo, che giugno preparava la campagna al solleone. Sulla via sterrata la bici a mano pesava trascinarla e ciò, in parte, giustificava la contrarietà al triste convenevole cui doveva approdare. Ma si deve fare. Lei lo chiese. Mai conosciuto, direttamente s’intende, il suo nome era stato sempre il più ricordato in casa, sempre associato a considerazioni positive, esemplificative ma, nulla di più. La fila di cipressi scuri, con la vetta ondeggiante quasi a pennellare le correnti d’aria, seguiva la via e induceva pensieri tristi più di quanto si avesse voglia. Leggi tutto »

Mancami

e mancami dunque
lascia che solo accarezzi
il mio glabro pensiero
che sempre ti circonda
e non darmi nulla
perché possa bearmi
assaporare in tondo
il considerarti mia.

Inaffidabilmente certa

rimugino sempre pensieri di Colei
non di podio o lauro segnata
quella struggente dopo vigilia.
Ha pelle di luna, vene azzurrine
lievi un cenno che posti glabri
segnano come fulmini estivi
crepano il plumbeo orizzonte.
Occhi di tenebra fissi come laser
indagano il coraggio più in fondo
io l'attendo sfidando il razionale
per tema di fuggire. La chiamo
per una carezza platonica un'estasi
la sogno per farmi risucchiare
dentro la notte, senza dolore
e ansimo d'attesa.
Idea struggente che mi affianca
segue i fari che bucano la notte
poi improvviso uno schianto
mi desta mi distrae mi volto
"colei che non tollera indugi"
va via pietosamente recando
la vita dell'uomo travolto
da un'auto.

Stato di grazia

come petali leggeri
teneri delicati pensieri
volano dall'anima
dipoi che il vento
ci avvolse e scosse s'è chetato
e placido appagato
il corpo tace
sorride la mente
soavemente in pace.

Gli incroci.

lasciavo un segnale
ad ogni crocevia
nel caso che la strada
che prendevo non recasse
dove volevo andare ma
non ho avuto modo mai
di ritornare che ogni volta
un crocicchio ancora si parava
e sempre impellente pareva
indispensabile girare.
tenevo scritto dentro
dalla speranza dal sogno
lasciati guidare anche se pare
troppo aspra la strada
che devi camminare.
non mi resse lo spirito
ed ad ogni svolta il sentiero
più facile imboccavo seppur
girandomi in turbine attorno
ad un dolore a una pena
che non potevo respirare.
questo è ormai l'ultimo incrocio
e quello è il segno che al principio
della storia feci al legno che
della vita la via indicava.
Non ho più tempo per ramingare
siedo su questo sasso scuro
aspetto passi lei se mi vuol pigliare
non muoverò più un passo, io
lo giuro.

 

Lasciati salvare

nevica lentamente
dolce malinconia
quasi un niente e passo l'ore
a guardar l'algido scialle
incappucciare il monte
gli arabeschi della notte
sulle lastre trasparenti.
quel brivido leggero
scuoter le tue spalle
nel domestico sicuro
che ti circonda il piede ma
resti infreddolita gli occhi persi
nel turbinar di candidi cristalli.
ti spaura quel sentimento arcano
che delle vene si vuol far padrone
che sempre al si rimane appeso.
il cuore che non hai
non ti so dare
puoi prendere il mio
per quel che vale
è stanco, ma bravo sa pulsare
finiscilo se vuoi ma
lasciati salvare.

Piacevole ma,

buffo quando la sabbia s'infila
tra le dita nude dei piedi
mentre ne godi infastidisce
e corri nell'acqua lì a fianco
che lecca la riva e si ritrae
come una lingua nella bocca
grande azzurra del mare
per disperderla liberartene
e subito torni ad insabbiarti i piedi.
che pare così la vita
provi e ti ritrai di continuo
godi e ti privi di quello o questo
per timore d'esser troppo avido
o che perseverare andare avanti
troppo e grande diventi il rischio
per quanto sai poter sopportare.

Tutto passa

tre tozzi di pan secco
son rimasti nella madia
più dei denti per masticarli
ma c'è latte e miele per ammollire
che tanto il meglio poi dovrà venire.
 
 

Il cielo

il cielo vuole sfondare il tetto
della mia stanza solitaria
quando ti porto qui con me
eterea e bellissima come mai
sei stata e io sempre ti vedo.
si spande morbido sensuale
e se non ci fosse la musica
a condire questo mio sogno
inventerei un motivo dolce
qui per lì e lo canticchierei
mentre ti aggiri sinuosa
dentro e fuori dai miei occhi
sempre giù nella mia psiche
dove rovisti le pieghe come
fossero lenzuola impudiche
d'un amore altro che
non c'è mai stato.

Dimenticarti

da quando abiti il giorno e la notte
dei miei pensieri sciolti scatenati
pur nell'inverno della vita ormai
ho sprazzi di gioia semplice minuta
che cullo quasi fossero imperdibili.
eppure m'affligge constatare che
ogni ora che passa ti dimentico
appena dopo aver goduto pensarti
mi torni in mente - araba fenice
e riprovo novel piacere lisciarti
nella psiche e malinconicamente
sentire che vai lentamente verso
quel ritorno a breve, ridondante.
 

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