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blog di Alessandro Moschini

A sfumare

Fade in,
ed un orizzonte di tamburi
piano si impadronisce
dello spazio sonoro

Apnea

Chiuse
nella scatola dei ricordi
ti porto lacrime
che tu trasformi in perle,
ti porto dubbi
che tu trasformi in riferimenti,
ti porto paura
che tu trasformi in forza.
Come Re Mida tocchi il mio bambino
e lo trasformi in uomo.
Perso e disperso
nella risacca della notte
sento che ci sei.

Maggiano

Ricordo tutto adesso.
La memoria è bianca
come le pareti
di questa gabbia,
come questa rabbia
tersa,
nitida.
Mi hanno regalato un abbraccio
legandomelo dietro la schiena.
Non dolci sussurri
ma male parole
e siringhe svuotate nel braccio
a sedare preghiere
che gridan pietà,

A tinte forti

Benvenuti a lor Signori
nel laboratorio dei colori...
...e degli orrori
meglio conosciuto come
Laboratori Dei Corrori.

Le stanze, disposte a cerchio
sono tutte aperte
per essere ammirate
ognuna nella propria
tonalità sgargiante:

Il verde,
come l'ulivo fatto cadere
a pro della mitraglia.

L'ultima carezza (racconto breve)

 "Non sento più niente. Adesso sono libero, libero di essere quello che volevo, libero di essere giudicato da te Signore e da questa massa di benpensanti, falsi perbenisti che sono qui a giuria.

Perla nera

Princesa,
sovrana regni
su questa notte
dall'alto delle tue
statuarie gambe
che come colonne austere
introducono
al tempio del tuo ventre.
Sudditi prostrati
ai tuoi piedi
sono i desideri degli uomini
bramosi
di percorre la seta nera

Luna

Sta bene Amor
poggiato alle tue labbra,
librato come falena
nel tuo alito
e ai padiglioni miei
portato
dal batter d'ali
e di sonore onde
della voce tua.
 
E la tua voce
Amor
calza il mio cuor
perfettamente
come di Cenerentola
la di cristal scarpetta.
 

Oleandro nero

...e adesso capisco
che sei soltanto
un pesticida ornamentale.
Bella, bellissima fuori
ma fagotto vuoto dentro
che tenti di riempire
con finzioni scadenti
di buoni propositi
comprate per due soldi
al supermercato
dei sogni scaduti
rovistando tra gli scaffali
nella corsia
degli opportunismi cronici

Ferro battuto

Sei ancora qui
nel tuo profumo
fermo sulla porta
delle mie narici
che vuole entrare
e non vuol saperne
di andarsene.
 
Sei nei gemiti
rimasti incastrati
nelle travi a vista
di questo soffitto
celato al mio sguardo
dai tuoi occhi
di ritorno dal ricordo.
 

Le due lune

Dietro il ventaglio di un'eclissi
le lune dei tuoi occhi
in celato scrutare di passione
governano l'amplesso
della notte col mare.
 
Soffusa di luce
una stella si lascia cadere
dall'organza dei tuoi guanti
come da un trampolino

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