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blog di Alessandro Moschini

Il giaciglio

Chiudi gli occhi adesso
come io le mie braccia
intorno ai tuoi fianchi.
Come carta carbone
in punta di lapis
con le gambe ricalco
le linee delle tue gambe
che nel sonno
dolcemente si muovono
in docili scatti.
Dormi adesso
che le mie labbra
i capelli ti frugano
a cercar baci

L'anima gemella

Dov'eri mentre ti chiamavo
e la mia voce dentro
si rompeva sul limitar dell'ugola
smorzata da un singhiozzo?
Non c'eri eppure ti sapevo
errante come me alla mia ricerca
anima in vetrina
dentro a letti sbagliati e tristi feste.
Non conoscevo te, che aspetto avevi
e già mi domandavo che facevi

Mia libagione oscura

Mia libagione oscura
d'oro, d'acqua e di perle
nel buio ti splendon la pelle
ed i seni invitanti
come marmorei calici
da dove il tuo vino sorseggio
sentendomi ebbro
nel brindarti nuda.
Vita c'è in te
a me trasmessa
dai tuoi occhi d'ancella
e dal ventre

Nei miei domani

 

Apri i tuoi occhi e guardami

ora che il mondo tace,

ora che il mondo è assente,

ora che il mondo è niente

Evoluzione

(Avevo un mondo
dentro la mia testa
abitato da neuroni
scorazzanti nella notte
su strade di sinapsi).

Ecco la palla
che frange e demolisce
col suo piombo
le pareti del nulla intorno a me
che resto immobile
rannicchiato sulle mie ginocchia
in un sorriso lieto.

Vienimi in canto

(What colour is the passion?
What colour is the faith?
What colour is the love?
What colour is the pain?).
 
Ascoltami.
Vienimi in canto
vocalizzando il tempo
fermo su intonazioni mute.
 
Sei primavera dentro
bocciolo che si schiude

Scivola via

Scivola via
dall'orlo di un sospiro
anelito beffardo
di disordinata notte.
Scivola via in silenzio
senza le chiavi
e con le scarpe in mano
evadendo
i giochi della testa.
Non hanno peso
le condanne in contumacia
vibrate sui miei occhi
aperti sulle crune
inesistenti.

Di quest'oblio

Di quest'oblio
son le coltri nebbiose
che avvolgono
distanti vicinanze
come dismesse vesti
su manichini senza ombra.
Facciate fatiscenti
son le strofe che cantai
perdutamente infrante
sul crinale della sera
come calici di cristallo
esplosi contro il buio,
rumori sordi e muti,

Rumore bianco

Rumore bianco,
bianco come neve
sovrappongo come un manto
alla tua traccia
a ricoprir silenzi
e troppe parole.
Scorre veloce
comprimendo le battute
disgregando
violente approvazioni
a far tabula rasa
di compiacenti regole.
Rumore bianco,
bianco come neve

Cuore di Tetris

Pareti pesanti d'ignoto
scendono lente dentro
a murarmi il respiro.
Manca lo spazio vitale
mangiato dei refrattari quesiti
che salgono piano
a chiudere ogni via di fuga
mentre rimango a stecchetti
attaccato al soffitto del vuoto
aspettando sfinito la fine.
Game over.

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