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poesia

Ho dimenticato una Poesia
in mezzo alle Dune,
son tornato indietro,
l'immenso deserto
non c'era più,
un fiore d'argento
dondolava nel Mattino,
ho dimenticato dei Versi
nel cuore della Notte,
son tornato sui miei passi,
ma li vidi fuggire a cavallo
dell'Aurora,
ho smarrito delle note nel Silenzio,
al mio ritorno
una donna danzava
in prossimità dell'Armonia,
ho dimenticato la mia Anima
nel terzo girone dell'Inferno,
gli altri erano già occupati
ma al mio ritorno
il Paradiso
incorniciava il suo ultimo Cielo.
Ho dimenticato che stavo scrivendo
la Poesia è anche questo
 

Noi ragazze dagli occhi di vento

Noi ragazze dagli occhi di vento
Avevamo fiori rossi tra i capelli.
Correvamo sfiorando farfalle
E spargevamo lucciole intorno.
Avevamo mani lunghe e sottili
E le braccia fragili e forti
Che stringevano il mondo.
Contro il petto ansante
Molle d’emozioni e rugiada
Portavamo cesti d’albicocche
Profumate di sole.
Noi ragazze dagli occhi di vento
Piangevamo lacrime amare
Che si asciugavano all’aria
E bruciavano come sconfitte.
 
                    Danila Corlando

Profumo di Donna (dedicata a tutte le Donne)

Profumo di Donna
come una tenera carezza
e come un battito di cuore.
Profumo di Donna
che dona dolci pensieri
e piacevoli emozioni.
Profumo di Donna
è profumo di rose
e di amori nascosti
Profumo di Donna
sulla pelle di velluto
dal colore della luna.
Profumo di Donna
profumo di vita

Franco

Di rumore tacendo

Muta come falena
che gira sempre in cerchio
sedotta da raggio di lanterna
immagino il trionfo della luce.

Muta come colore
tinteggiato sulla tela
mi muovo sonnambula
come ragno a parete.

Zitta come il silenzio
nascosto nel ticchettio dell'ora
di un istante dimenticato
nella pancia del tempo.

Zitta come il rumore
dell'assoluta distanza
tra lo spazio e il suono
nel pomeriggio assonnato.

Sono raccolti negli angoli del cielo
e appesi sopra la memoria
questi momenti taciturni
che viaggiano su navi di cemento.

 

Notte infinita (a Mariella S.)

Mi ricordi l'acqua. Notte a detergere ferite
Compagna di libr, Compagna virtuale
a tessere lettere con incerta grafia. Acqua
da dipingere e dissetarci, acque o
amniotico Mediterraneo dove nuotare
felici. Cosa trama il 2010 in imminenza
affidati ai giochi dei sogni per dissetarsi
trascrivi l'anima di vetro su specchio
frontale, rinasci, Entro nella camera della tua
gioia, mi doni una fotografia, ansia stellante
o sono i morti su una spiaggia notturna
nulla da cui una luce sporge, dei tuoi
occhi d'innocenza a rigenerarmil dove
eravamo già stati..
 
 
i.

Anima

Attendo il mio Sole
 
E il mio cuor di sospiri ormai tace
d’una dolce voce
e morendo si consuma
nella fiamma del desio
d’umana sorte che
d’incenerirsi attende
e ardendo canta
le sue profumate note
al cielo da Oriente a Occidente
placando ogni famelica belva
nel malinconico lamento
sulla sua pira di fiori d’ ogni odorosa fragranza
l’anima solitaria si innalza
dimentica dell’incanto del mondo
ad inseguir la luce
che la brama
più d’ogni sole.
Splendente nello splendore
morendo nasce
nel vento bianco d’alate piume
al dispergere di vita tra calde scintille  
per risorgere
dalle sue ceneri spente.
Su azzurri campi eccelsi
d’oro il sole la guarda colmo
d’ogni consolazione dona e
del suo amore l’irradia e sazia.

amore - eros

Bacio
Pennellate in punta di miele
su lingue sinuose s’addensano lievi
carezze soffuse
d’intensità profuse
nell’ignota alchimia
sopraffina
consistenza piumata in  cascata fiorata
si sfuma
s’insinua
penetrando
l’intima umida emozione
cullandosi in morbide
succulenti e avide
labbra
in cerca d’amore.

Così mi pare che non sia passato

 

Così mi pare che non sia passato
 
di essere a parlarti
quando mi siedo con il tagliacarte
soppesando la busta
sperando che l'odore sia rimasto
 
ridi, tu ridi quando il caporale
te l'annuncia? Chiedesti.
Eravamo nel 1911 e di qua e di là dell'acqua
amore, si cantava Tripoli
 
 

Di nuovo, a fatica

un lampo, uno squarcio improvviso illumina
una ferita bianca tra due pareti grigio plumbeo
dita imprecise e febbrili insistono sui tasti
generano neri simboli anelanti di incasellarsi

faticosamente evitano gocce rosso sangue
che improvvise cadendo feriscono il bianco
rotolando svelti vanno a comporre parole
ordinatamente come tanti piccoli soldatini

parole che inghiottite da un’anima vorace
scivolano atterrite verso il fondo dell’oblio
si aggrappano feline, con le unghie feriscono
un cuore d’ebano nero che di rosso si colora

di nuovo, a fatica
 

Piazza della Rotonda

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S’affacciano sulla bellezza
le scorticate bocche dei muri
ennesima è la copia del giorno
che a fatica si consuma.
 
Pigre sbadigliano
sull’aria e il suo tepore
che di me scalda tutto
immemore del cuore.
 
L’avvicendarsi della vita origliano
chine di stupore
coi veli del presente celano
orme ormai lontane.
 
Teneri ricordi
tra sole e schizzi d’acqua in controluce
allegri zampilli
rincorrono sfuggevoli idee un po’ bizzarre.
 
Amate briciole
di pianto e riso raccattato
è ciò che rimane
nel forziere profanato.
 
tiziana mignosa
09 2008

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