Blog | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Piazzetta virtuale

 agorà

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Blog

la caduta

 

o ancor più nero le forbici sul fondo
bucano godimenti  estorti ai fianchi, ruderi
cinque sensi o due rovesci noi, dialoghi
tra le cosce e le mie case  vuote

con la signorina degli affitti ch'è tutta un detto fatto
l’applicazione d'una curva in bocca

da un vetro spareggiato nell’andare torna
l’ululato di angeli che s’accoppiano, s’usano
e gettano, come da un tacco a spillo

I love Paperino

 

Il giorno inizia da ieri,
il tempo è relativo ma scorre,
io senza te una tristezza infinita,
però ti penso.
Sono sempre le stesse frasi.
Ok ma dimmele lo stesso.
Credo di amarti.
Cos'è l'amore?
Per me sei tu.
Hai voglia a far passare cinque anni.
Poi chi lo sa se ci annoieremo.
Intanto nel dubbio,
ti amo tanto.

the Roman ship

di Odo Tinteri

On the basis of the Roman arts documents, in which constant common elements appear, the typical Roman ship is similar to the Greek one. Ships provided with up to ten orders of rows were built.
Towers painted like stones and masts with square sails were fitted. At bow one little sloping mast with a little sail (the so called "artimone") was provided.The crew included both rowers and soldiers.

ho l’angelo alla schiena

"ho l’angelo alla schiena
come un monumento
un anello
e dalla mia carne
sfoglia veli
fino a traversarmi
liberamente
e io comincio a trovarmi
fra tanti morti
e già raggelo
la fragranza i globuli
pieni di freddo
convertiti
e le mie parole
perdono tutta l’aria
e sono secche
e sono dense più delle terre
così è la morte che occorre
in una coppa di terra
poi le vene rigide
e quanto silenzio
e tutta la carne ghiacciata
per quel ciglio terribile
ho già una costola nel cielo
che è un raggio
una scintilla
e quel sapore di fiele
si attacca
e divento sordo
ma se indovino il lampo
uscirò dall’aria
dal mio turno
sepolto dove è tutto vapore
le ossa le mani il sudore
le carni e le mete
dove è tutto ancora aperto
come un tempo vacante
e lì nel vuoto che tutto gira
e si è l’apocalisse
sopra l’anatomia
senza peso trasparenti
come d’assenzio
e si è un soffio
sarà da lì
per l’intero cono del cielo
che scivolerò
come un tronco
e potrò delimitare lo spazio
essere un ago nel pianeta
lo spartivento
e potrò salire al sole
con il fuoco tra i denti
e un faro d’oro tra le dita
e stare eterno
per tutta l’aria
come un nastro
un campo santo"

C'é tempo?

Forse sono ancora in tempo
la panchina sul molo mi attende,
ritorno indietro con gli anni
e mi rivedo, in attesa di me stesso.

Ora che non aspetto più nessuno,
posso sedermi e guardare il mare
forse sono ancora in tempo
forse…ma è passato tanto tempo.

Tutto

 

Di liquido sguardo
magnetico astrale
vibra nel centro
una sincrona lacrima
se indietreggi ti seguo
ed ancora
non avrai altro da me
che tutto di me stessa.
 

Non ti bacio

"non ti bacio
in questo oceano
in queste mani
sei forse goccia
pallina di polvere
dovrei piombarti
legarti alle dita
muoverti leggera
come un ordigno"

Solo bello

 

Image Hosted by ImageShack.us

.
La bellezza da sola a cosa serve
quando col cucchiaino affossi dentro al niente
mentre colmi gli occhi di piacere
ma solamente intorno al nulla puoi orbitare.
 
Quando le parole servono solo per parlare
e i dialoghi si perdono prima ancora di iniziare
quando soltanto d’occhi e mani puoi costruire
castelli di sabbia subito pronti a evaporare.
 
Nutrimento prelibato che la materia appaga
affamando la parte che di te non s’accontenta
che con le mani asciutte cerca senza più cercare
chimere irraggiungibili difficili da trovare.
 
E allora un altro ciao è pronto da spedire
al solo bello che impaziente attende di tastare
lui che ancora non riesce a concepire
che la sua bellezza, da sola, a te non può bastare.
 
tiziana mignosa
10 2009

Nulla passa davvero

nulla passa e nulla se ne va
tutto s'accuccia nell'anima
e attende il tempo giusto
quando una brezza inattesa
vellica la pelle la mente il cuore
e la vita sembra un'altra
opportunità di cielo azzurro.

L’ esodo

Lirica di Vittorio Fioravanti

Aride lande
abbandonate in fretta
luci spente e orizzonti ignorati
persi dietro la poppa
della scarna carretta
in fondo a un mare nemico

Branchi d’esseri umani
infreddoliti di fame e miseria
la paura repressa negli occhi
e l’ansia fra gli stracci nel petto
spinti a cercare una sosta
con l’unghie un approdo qualunque
al miraggio d’una costa ostile

Corpi bruciati dal sole
e dal sale che corrode le carni
senza più alcuna speranza
fuggiti dai gelidi regimi
della violenza e il terrore
verso un peggiore destino

Esodo d’una gente
colpevole d’essere nata

Come sempre è avvenuto
sotto il giogo inumano
dell’uomo perverso
ossa che vanno incontro
alla fossa che le raccolga
nel riquadro d’un ghetto
un confine di fili spinati
una squallida camera a gas
la fornace d’orrida brace
un filo nero di fumo grasso

E’ il passo nel buio di chi
non ha altro più in testa
che un’ansia insana di pace
la voglia ammalata di liberazione
il rifiuto alla vita impossibile
un no disperato rimastogli in gola
un andarsene insieme agli altri
senza nemmeno voltarsi indietro

Ma a voltare le spalle invece
siamo tutti noi che restiamo
cercando di non vederli

Febbraio 2003

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 8663 visitatori collegati.