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ti lascio agli angeli

"ti lascio agli angeli
o alle rondini
in quella traiettoria
in quelle corti
io non ci riesco
io sono malamente vivo
riesco a sollevarmi
come appena un pesce
soffocante
tu non stai bene qui
e io non ti trascino più
come fossi un monumento
il costume del mio amore"

L'Ultimo Velo, fiaba scritta ed illustrata da Antonella Iurilli Duhamel

Tutti erano lì a chiedersi: “Perché? Leggi tutto »

E nulla domandiamo.

Regaliamoci
solo
carezze,
senza
pretender
certezze.
Sogno
di doni
e non
di perdoni,
dicendomi:
vivi leggero!
Se è
di librarci
insieme
destino,
ben venga.
Senza
mai
mano
che
l’ali
dell’altro
tenga.
Senza
che
sia firma
un ti amo,
avanziamo.
E nulla
domandiamo
a noi
anime fresche
di libero volo.
A.
 

due righe ...

 
La luce del mattino,
la corriera che passa vuota,
il  prestinaio nel suo pane
appena sfornato,
mentre la notte ci lascia,
ed il giorno nasce.
I pensieri  che dopo il loro vagare
nei mondi dei  sognatori
vedono la luce della realtà.
Una caffettiera sbuffa, il profumo  del caffè,
i soliti due biscotti.
È  l’ora della verità , le porte si aprono
come  il cielo dopo le nuvole grigie
di un temporale.
Ho imparato a vestirmi da solo!
 
                              Amfortas
 

Spinose bandiere

garriscono le bandiere
i dì di festa
per esorcizzare paure
oppure son brandite
dai patri valli di confine
a incoraggiare i timidi
intimorire gli spavaldi
ma son filo spinato lancinante
incartato in cenci colorati
per incantar i semplici e gli onesti.

Lo spettacolo finito.

pupo nel baule dei costumi
tra gli altri dove il puparo
getta ogni fine spettacolo
indifferente i personaggi
come nella vita d'ogni giorno
ai più capita cadere e piangere
e cerco la mano di lei speranza
che sulla scena tenevo stretta
cara in gesto elegante
ma non risponde il braccio
disarticolato inerte nel suo velluto
il filo della giovinezza
che l'animava lo faceva agire
sciolto giace lì d'appresso
forse è finito definitivamente
lo spettacolo ch'era in scena.

Tram e nebbia (ricordo di un istante)

Tram e nebbia
(ricordo di un istante)

Il tram ci portava verso una
solitudine che non era nostra.
Le ardenti e stanche luci della
città soffrivano il freddo,
come la nostra timida pelle.
Silenzio di un capo reclino,
affogato nel tepore di una spalla
malinconica,
fioco respiro che si ritrae sulla
nuda sponda dell’essere.
Occhi divoravano una bellezza
ormai devota a quell’istante ebbro,
il tram divorava la realtà di
ghiaccio e ferro intorpidito,
in quella solitudine di nebbia e asfalto,
in quella solitudine che non era nostra.
 

Mariella Soldo-Notterrante

Alla finestra...

Fumo fatto di zucchero.
Disegno pensieri di marzapane sui vetri umidi.
Squittisce un sussulto fra le nubi dell'est.

Eccoti,vestito di amaranto,oh vento d'ottobre.
Indomito amante senza catene.
Seta fatta di miele.

Si spoglia d'ogni rancore il cielo.
Sfrecciano come dadi senza peso i piccoli passeri
su per le grondaie vetuste.

Eccoti,coperta di lapislazzuli,o pioggia leggera.
Seducente vestale dal pio sguardo.
Il tuo tocco reclama baci di lampone.

Sinfonie d'acacia screziate.
Allungo una mano per afferrare il sorriso del tempo.
Freme un sussurro sul davanzale.

© Godiva

 

Fermo

Fermo al sole delle lucertole
intorno la folla scorre
incroci casuali di vite
chiuse in se stesse indaffarate:
chi consulta rapido l'ore
chi curvo con borse di spese
chi a mano tesa che chiede.
Strana sensazione da provare:
invisibile alla gente guardare.

sale

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