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Risalire

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Sciogliere porpora nei roridi
giardini dei ricordi in una trama
di respiri, staccare dalle mie
 pareti  relitti del passato
fastidiosi come molluschi appesi
alla chiglia corrosa di una nave
ormai affondata. In superficie quindi
risalire, il crespato luccichio
 inseguendo di milioni di lame
di sole per reclamare  libertà
 dal vento e poi avanzare in un oceano
bruno di silenzio e farmi canto.

C'é vento, stanotte.

C’è vento, stanotte.
Stanotte il vento scardina i miei pensieri.
Li rincorro, cerco di afferrarli come fa un bambino
con le rugginose foglie d’autunno.
Ho voglia di sole, della tenerezza, del calore
di una stagione che da troppo tempo manca.
 
C’è vento, stanotte.
Ramazza con decisione e porta via con se
le scorie del vivere quotidiano.
Ha portato via anche le paure ed i timori
che sopraggiungono nell’inverno della vita.
Domattina sarà tutto più terso, limpido.
 
C’è vento, stanotte.
Mi rigiro nel letto, trovo una carezza sui capelli
Forse un refolo indisciplinato, chissà
ha tolto la polvere ai sentimenti.
Le mani rincorrono le mani, si intrecciano.
Domattina sarà dolce svegliarsi.
 
C’è vento.
 

Vita moderna

Sempre di piu'
la mente vive,
cercando di avere
quello che ci hanno fatto credere,
che sia un giusto corpo
come cosi deve essere
e tutto si muove
gia scritto senza cuore.
Secca e vuota
trascorre la vita,
senza vedere veramente il divino
galleggiamo nell'agire appassito
da ciechi perche'.
Misteriosamente noi
non ci crediamo
non ci cerchiamo
non  ci vogliamo,
il tempo e' fermo fra le nuvole
e ancora noi
non ci amiamo mai vivi.
Ci sfioriano solo  occhi spenti,
incondizionatamente paurosi
di accettarsi liberi
sempre di piu'.
 

xe matto e scalzo

marzo xe matto
e va de scalso
el carga e tonesea
fulmina un sol fiapo
che filtra tanta piova.
in questo svarion de vento
xe grapa a terra moea
e i radicci de can i nassa su l'arato.
ma o'savemo quasi tutti
che "na alta e na bassa fa na gualiva."
e xe ora d'andar drio a primavera
a far svoar dal let a munega 

tenerezza e fiducia

 

arriverà leggero
il trasalire del prossimo amore
trasversale
a toglierti il sonno,
sarà semplice
reclinare il capo
e sarà tenerezza e fiducia
rifugiarsi 
nella conca
di labbra inesplorate

 

Il pazzo della collina

 
In balia di sè, il pazzo della collina, si gode il sole che ancor splende. Occhi colmi di quel non-so-che fissano i granelli di polvere dispersi nell'aria. Sembran vuoti e privi d'espressione...ma allor perchè mi fanno scoppiare in lacrime ogni volta che il loro ricordo raffiora?
Corre fingendo o credendo di essere un aereoplano in volo. E via via per le colline, calpesta quasi accarezzando la verde di malavoglia erba. Non scorgo case lassù, chissà dove dorme, mi chiedo. 
Sorride, sorride e non chiede la luna. Coltiva appartatamente il suo tempo, che forse non scorre mai. Un senso di malinconia m'invade. Alzo lo sguardo ancor una volta sul pazzo della collina che magari della vita ha capito molto più di noi, e penso che a volte la follia è l'unica via...per la felicità.
In balia di sè il pazzo della collina, si gode il sole che ancor splende.
 
 
Caterina Manfrini

L'eterno labirinto

Raccontare esperienze , emozioni ed ogni altro sentire.  Questo è il nostro laboratorio Maria
 
Percorri corridoi, pareti colorate che scivolano sulla tua retina come paracarri in corsa. Camici, visi di medici e infermiere, poi letti. Pazienti in attesa. Lenzuola, simili a pagine bianche avvolte attorno a corpi che comprimono, infagottano, schiacciano. Fogli, cartelline, radiografie, flebo che stillano gocce. Tubi di plastica che fanno da contrappunto a altri tubi di metallo lucido, quelli di aerazione, di riscaldamento. Grovigli di cavi. Funi che salgono e scendono con le loro gabbie colme di parenti in visita. È il teatro della sofferenza, che si muove, si anima.
Suoni, luci, quasi un bigliardino elettronico, un flipper. Entri e esci da questo percorso labirintico, proprio come una pallina d'acciaio che rimbalza sulle sponde, che accende un punteggio che quasi mai ti fa vincere la partita.
Giochi tu, i tuoi parenti, conoscenti e sconosciuti.
L'incidente di turno, il bambino, l'anziano, lo straniero.
Giochi a rimpiattino con la salute, spingi questo flipper scuotendolo fino a che non provochi Tilt. E allora le luci si spengono e in sala scende il silenzio, una cortina fredda legata a un lento scorrere di minuti.
Poi la pausa.
Una nebbia opaca, impalpabile, che avvolge visi ricoperti da mascherine invade il tuo campo visivo. Luci bianche, algide come la temperatura dell'ambiente. Un tavolo che ti raccoglie, ti costringe. La pelle fredda abbandona il tremito spontaneo, si arrende a quelle gocce scure che invadono le tue vene. Scivoli in un buio profondo mentre l'eco dei ferri e le voci in sala sembrano un brusio fuori campo.
Sogni?
Ti sembra di essere piombato nel pozzo dei tuoi giorni passati.
Momenti del ricordo, incastonati come piccoli gioielli, affiorano.

Giorni comuni.

 
Da una finestra scrutar l'infinito
la lontananza che mi siede accanto.
 
Sei luce sei buio sei l'anima inquieta
tormento estasi intensa nel mio cercare.
 
Di te un ricordo un profumo un sorriso
esile suono di voce lontana ora che manca.
 
Crudele il tempo che ora sembra fermato
ancora un giorno una notte ancora.
 
Poi l'alba e il domani sperato distante
il tepore di un sole in un giorno comune.
 
Atlantis

Melodramma 2 - Nero Giaietto

Sono stanca – dico
Così stanca, sai?
 
Ed ho negli occhi un bagliore
di nero giaietto
mentre mi volto
e vado via
 
Con passi lenti e lunghi
arrivo
dove la strada gira
e non ti vedo più
 
non ci vedo più
 
il silenzio
non sarà più doloroso
del nulla
 
 
 

Che Ne Sapete Voi Dell'Amore

Che ne sapete voi dell'amore,
corazzati dalla tranquillità
ordinata e senza sussulti
di chi ha spento il suo cuore?

Che ne sapete voi di lacrime
che scorrono senza freno
portandosi appresso la vita
perché ha perduto il suo senso?

 
      loripanni               

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